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Fuggi fuggi dalla Brexit boom di passaporti per diventare europei

In Spagna sono triplicati, in Germania più che decuplicati. May: «Il voto non si rinvia»

Fuggi fuggi dalla Brexit boom di passaporti per diventare europei

Londra Sono sempre di più i cittadini inglesi che chiedono una seconda cittadinanza negli altri Paesi dell'Unione Europea. Evidentemente preoccupati dalla crescente incertezza nel futuro dopo la Brexit, i britannici stanno correndo ai ripari, come rivela un sondaggio della Dpa secondo cui Paesi come Germania, Irlanda, Spagna e Portogallo hanno registrato un significativo aumento delle richieste di passaporto da parte degli inglesi. Nel 2017 in Germania si è toccato il record delle 7.500 naturalizzazioni contro le 622 del 2015 e rispetto all'anno scorso in Irlanda c'è stato un aumento del 22% delle richieste di passaporto irlandese da parte dei Sudditi di Sua Maestà. In Spagna il numero di richieste è triplicato. Sono dati che corrispondono al timore dei cittadini inglesi di non poter lavorare e viaggiare liberamente dopo il 29 marzo, data fissata per l'uscita dall'Europa, sebbene per ora non si sappia ancora in che modo il Regno Unito lascerà l'Unione.

Il grave stato d'incertezza che ha caratterizzato questi ultimi mesi ha scavato una frattura profonda tra il governo e l'opinione pubblica. Secondo l'ultimo sondaggio della YouGo, effettuato su un campione di 25mila intervistati, soltanto il 22% dei cittadini sostiene l'accordo raggiunto dalla May con l'Ue. Sul voto in Parlamento, previsto per la seconda metà di gennaio, la Premier non ha dubbi: nessun rinvio, questa volta. Il Primo ministro l'ha ribadito con fermezza, in un'intervista alla Bbc ibadendo che, nel caso l'accordo venisse rigettato, la Gran Bretagna entrerebbe «in un territorio inesplorato». «La Brexit è a rischio ha spiegato May se i parlamentari non sosterranno l'accordo questo non farà che rafforzare i sostenitori di un'uscita senza accordo e anche coloro che vogliono rimanere in Europa attraverso un secondo referendum. Se l'accordo non passa, non credo che nessuno sia in grado di prevedere le reazioni del Parlamento». «In questo momento ha proseguito May abbiamo I laburisti che si oppongono a qualsiasi compromesso per creare più confusione possibile, gente che vuole un secondo voto per bloccare Brexit e altri che vogliono realizzare la loro Brexit personale il pericolo è che si finisca con non avere alcuna Brexit». Quando il giornalista le ha chiesto quanto la situazione sia cambiata rispetto a dicembre, quando il voto è stato rimandato, la premier ha risposto che l'Unione Europea ha accettato alcuni «cambiamenti», ma non ha specificato quali ed ha promesso di voler offrire maggiori dettagli rispetto alle misure per il Nord Irlanda, al ruolo del Parlamento nelle trattative della prossima fase nelle relazioni tra il Regno Unito e gli altri Paesi e maggiori garanzie per la soluzione del confine irlandese.

Il dibattito sull'accordo raggiunto avrà inizio l'11 gennaio e il voto dovrebbe aver luogo tra il 14 e il 15 gennaio, ma il nuovo anno non sembra aver portato novità significative. May è ancora convinta che questa sia l'unica soluzione possibile, ma l'esito del voto si preannuncia in suo sfavore. Molto dipende dalla posizione laburista a cui l'opinione pubblica non perdonerebbe un appoggio al governo.

L'ultimo sondaggio della YouGo dice che il 75% degli elettori laburisti vorrebbe avere l'ultima parola sulla Brexit, posizione che contrasta con quella della leadership che ancora non si decide a chiedere ufficialmente un secondo referendum.

Ieri, il ministro ombra per gli Esteri Emily Thornberry ha dichiarato di essere certa che il Labour andra' al potere nel giro di qualche mese, ma non ha spiegato come il nuovo governo avrebbe intenzione di affrontare la questione Brexit.

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