Cronache

Funerali a porte chiuse e Diabolik resta solo. La moglie: "Disertiamo"

Il Tar boccia il ricorso dei familiari: niente esequie pubbliche per ragioni di sicurezza

Funerali a porte chiuse e Diabolik resta solo. La moglie: "Disertiamo"

Fabizio Piscitelli se n'è andato sei giorni fa. Ma la partita per Diabolik, il capo degli Irriducibili della Lazio, non è ancora conclusa e si gioca su più campi. Da una parte quello delle indagini: la Dda e la squadra mobile di Roma cercano di dare un nome al killer, che mercoledì scorso ha puntato una pistola alla nuca dell'ultrà, seduto in una panchina al parco degli Acquedotti e ha fatto fuoco su commissione, spinto da un mandante o più mandanti, per affari probabilmente legati al mondo della droga italiana e straniera, forse albanese.

Ma lo scontro più duro in queste ore è tra il questore Carmine Esposito e la famiglia della vittima. Il primo venerdì scorso ha firmato un'ordinanza che impone per l'ex leader degli Irriducibili funerali «in forma strettamente privata» fissati per stamattina alle 6 nel cimitero Flaminio. Una cautela, secondo lui, necessaria per assicurare la sicurezza dei cittadini. «Il mio intendimento non è certo quello di interferire con la funzione religiosa, né tantomeno quello di negare questo momento ai suoi familiari - ha chiarito anche ieri -. L'obiettivo è quello di evitare che si verifichino dei delicati problemi di ordine pubblico». Insomma il questore non si è mosso di un passo. Ma i familiari di Piscitelli, che si sono visti respingere dal Tar il ricorso di annullare l'ordinanza del questore, hanno annunciato che oggi non parteciperanno alla funzione. «La famiglia non si presenterà al funerale - ha ripetuto la moglie Rita Corazza -. Non ho neanche fatto il riconoscimento della salma di mio marito. Faccio appello a tutte le persone che gli volevano bene e intendevano dargli l'ultimo saluto di non presentarsi al cimitero Flaminio. Solo così possiamo rendergli giustizia e stringerci insieme in un unico dolore». Stessa richiesta lanciata su Fb dalle figlie Giorgia e Ginevra. «Ci tengo a ribadire - ha sottolineato quest'ultima - che il nostro obiettivo non era nessun funerale di Stato, bensì un funerale normale, dove potevamo dare un saluto a mio padre alla luce del sole». Gli Irriducibili hanno fatto sapere ieri in serata che rispetteranno la volontà della famiglia. La Questura ha predisposto comunque le misure di sicurezza per il trasporto della salma da Tor Vergata, dove è stata eseguita l'autopsia, al Flaminio dove alle 6 si dovrebbe tenere la funzione. «Ma se i familiari non ci saranno valuteremo le cose al momento», fanno sapere da San Vitale. «Abbiamo avuto un incontro in Questura e siamo stati rassicurati sul fatto che la salma al momento non verrà spostata da Tor Vergata», dice Angela la sorella di Diabolik, che è pronta a percorrere tutte le vie legali possibili, compresa la Corte di Strasburgo, per avere ragione sulla decisione di Esposito.

Diabolik, al di là dei suo contrasti con la giustizia, per le tifoserie era un simbolo. Perfino per i giallorossi, tanto che a pizza Mancini nel prepartita contro il Real Madrid hanno appeso uno striscione che recita e molti supporters dell'«Inter City firm» del West Ham United erano già pronti a raggiungere Roma per tributare l'ultimo saluto all'amico.

Le indagini, intanto, vanno avanti a ritmo frenetico, orchetrate dalla Dda capitolina. Verrà ascoltato nuovamente l'autista cubano, che era con Diabolik quando stato ucciso. Gli inquirenti attendono ulteriori sviluppi dalla visione delle telecamere presenti sul posto. È necessario tracciare il tragitto fatto dal killer, che avrebbe percorso in parte il parco a piedi, per ricongiungersi ai fiancheggiatori e fuggire in moto.

Nuovi elementi potrebbero arrivare poi dai 3 cellulari della vittima, che al momento risultano bloccati da un codice di accesso.

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