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La furbata della sindaca Raggi: giudizio immediato e niente udienza

Così eviterà la sfilata in tribunale prima del voto del 4 marzo

La furbata della sindaca Raggi: giudizio immediato e niente udienza

Roma - Mossa a sorpresa? Furbata? Sicuramente la decisione della sindaca di Roma Virginia Raggi di chiedere il giudizio immediato è stata studiata a tavolino con i suoi legali e consiglieri politici per far slittare a dopo le elezioni il momento in cui sarà sottoposta al giudizio del Tribunale per la nomina di Renato Marra. Una scelta squisitamente politica per evitare di macchiare l'avvio della campagna elettorale con la notizia di un eventuale rinvio a giudizio per falso. Non avrebbe giovato a lei e nemmeno ai Cinque Stelle, da sempre alle prese con le polemiche sulla presenza in Parlamento o nelle istituzioni di politici indagati. Allora ecco pronto l'asso nella manica: la sindaca che annuncia di aver chiesto di essere processata subito, saltando l'udienza preliminare. Perché certa della sua innocenza, scrive lei. Ma in realtà scegliendo questa strada, solitamente riservata alla Procura, la Raggi guadagna tempo prezioso per scavallare la data delle elezioni, fissate il 4 marzo, evitando così le prime pagine dei giornali che raccontano i dettagli della sindaca in davanti al giudice. A tutto vantaggio del M5S.

I suoi difensori ieri hanno depositato la richiesta di giudizio immediato che eviterà alla prima cittadina di presentarsi in aula il 9 gennaio. Adesso si dovrà pronunciare il gip, che è obbligato a disporlo emettendo un decreto che farà perdere all'imputata la possibilità di ottenere altri riti alternativi premiali. Ma tanto la Raggi è certa che sarà assolta dall'accusa di aver mentito all'Anticorruzione sulla nomina di Marra, fratello di Raffaele, suo ex braccio destro ed ex capo del Personale del Campidoglio, da dirigente della municipale a capo del Dipartimento turismo. La Raggi ha sempre sostenuto di aver agito in autonomia, ma la sua versione è stata smentita dal contenuto di alcune chat in cui si rammaricava con Raffaele, che per questo deve rispondere di abuso d'ufficio, di non averle detto la verità sui compensi del fratello.

«La Raggi ha fatto bene, un dirigente politico non scappa dai processi. Noi non chiediamo dimissioni per un avviso di garanzia, ci basterebbe che chi urlando onestà ha fatto il moralista con gli altri ogni tanto si ricordasse di chiedere scusa», ha commentato

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