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La gaffe di Dario che sbaglia numero e spiffera tutti i suoi affari immobiliari

Il ministro: «Voglio trasformare il mio B&B in un alloggio per studenti»

La gaffe di Dario che sbaglia numero e spiffera tutti i suoi affari immobiliari

Sono giorni frenetici per Dario Franceschini e c'è da capirlo, da deputato semplice dell'opposizione si è ritrovato nel giro di un battibaleno ministro, normale che si possa fare confusione anche con la rubrica telefonica. Certo, scambiare il numero di un amico che ti deve aiutare per aprire un Bed and Breakfast a Ferrara con quello di un giornalista, è un inciampo da commedia degli equivoci. Specie se affitti casa ai turisti e ricopri il ruolo di ministro con delega al Turismo, e se il giornalista a cui lo riveli per sbaglio è uno come Franco Bechis, sempre a caccia proprio di storie gustose come queste. Stavolta invece è stato proprio Franceschini a fornire uno scoop su se stesso, involontariamente, componendo il numero sbagliato, come racconta il direttore del Tempo. «Sono Franceschini ciao. Senti, io mercoledì sono a Ferrara, quindi se puoi anche tu, vieni e ti posso fare vedere quell'immobile che ti avevo detto. Anche se sono ancora in attesa della autorizzazione a trasformarlo da B&B ad alloggio per gli studenti...». La telefonata viene chiusa dal ministro appena capisce che dall'altra parte della linea non c'è la persona che pensa lui. Non fa però in tempo a capire che non è uno sconosciuto qualsiasi per sua sfortuna un giornalista. E così Bechis indaga sugli affari immobiliari di Franceschini testè rivelatigli dallo stesso Franceschini.

Viene fuori che la casa che il ministro utilizza come B&B, e che vorrebbe trasformare in un ostello per studenti, è la casa di famiglia, quella lasciata in eredità dal padre Giorgio Franceschini, deputato della Dc, avvocato, partigiano e figura importante della politica ferrarese. Chiamarla casa è riduttivo, si tratta infatti di una dimora di charme che infatti così viene venduta sui siti di prenotazione on line con il nome di Dimora Marfisa d'Este. Sul sito ufficiale viene descritta come una «autentica casa ferrarese: la lunga sala d'ingresso, le scale di marmo rosa sulla destra, il giardino in fondo, i pavimenti di cotto antico, le persiane delle finestre da chiudere la sera. Qualcosa di più di uno dei normali alloggi, un hotel o un B&B: qui ti troverai immerso in un luogo unico, pieno di storia. Proprio in queste stanze, di notte, fu cucita segretamente la bandiera tricolore che sventolò sul Municipio il giorno della Liberazione di Ferrara dal nazifascismo. Dalle stanze ascolterai il rumore lontano delle palline da tennis dei campi de Il Giardino dei Finzi Contini, su cui giocavano da ragazzi Giorgio Bassani e Michelangelo Antonioni» e altre descrizioni affascinanti, forse scritte proprio dal ministro che è anche apprezzato romanziere.

Le camere si vendono a partire da 100 euro al giorno e i commenti degli ospiti sono ottimi. Perché dunque Franceschini vuole chiudere il suo B&b e farne un alloggio per studenti? Forse, suggerisce Bechis, il ministro dei Beni culturali con delega al Turismo si sente in conflitto di interessi e vuole risolverlo prima che lo venga a scoprire qualcuno. Magari un giornalista, non sia mai che qualcuno lo spiffera al telefono..

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