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La gaffe dell'Asl di Bolzano: chiede la razza degli alunni. E gli insegnanti insorgono

La gaffe dell'Asl di Bolzano: chiede la razza degli alunni. E gli insegnanti insorgono

Bolzano - «Gruppo etnico o razza dell'alunno»: a Bolzano diventa un caso il modulo che l'azienda sanitaria ha consegnato agli insegnanti delle scuole medie. I primi a indignarsi per il questionario distribuito dal servizio di neuropsichiatria e finalizzato a delineare il profilo dei ragazzi, sono stati proprio i docenti: «Capiamo tutto - hanno detto al quotidiano Alto Adige -, capiamo che si tratti di moduli standard redatti negli Stati Uniti, dove la legge prevede che si chieda anche la razza. Ma quello che non afferriamo è come mai nessuno al Comprensorio sanitario di Bolzano se ne sia accorto e si sia fatto una domanda. Evidentemente trovano normale che si chieda a uno studente a quale razza appartiene». Il questionario è stato hanno segnalato all'Asl e anche all'ispettore di sostegno «senza peraltro ottenere alcuna risposta. Restiamo, nonostante tutto, in fiduciosa attesa».

Anche a Treviglio mesi fa era scoppiata una protesta per la parola «razza» contenuta in un documento destinato alle scuole: si trattava di un libretto sull'educazione stradale, in cui si citava l'etnia in riferimento alla tolleranza all'alcol: «Alcune razze sono costituzionalmente meno tolleranti all'alcol della razza bianca». Il fascicolo era stato ritirato per le proteste. Ancora, nel febbraio scorso il Consiglio regionale della Toscana si era mobilitato per bandire dai referti medici i riferimenti sulla «razza» del paziente, come per esempio quella «caucasica». A nulla erano valse le spiegazioni tecniche: «Si tratta di esami relativi alle capacità polmonari, i parametri spirometrici cambiano da una zona all'altra del mondo. Nei referti non hanno alcuna accezione razzista».

Con buona pace delle prassi burocratiche che nulla hanno a che fare con intenti discriminatori, la parola va sempre cancellata.

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