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Gasparri contro Conte: "Prove delle sue bugie sul caso Gregoretti"

L'azzurro: «C'è la mail, il premier sapeva» Salvini insiste: «Ci vediamo in tribunale»

Gasparri contro Conte: "Prove delle sue bugie sul caso Gregoretti"

All'indomani del voto con cui la Giunta per le immunità del Senato ha dato il via libera al processo a Matteo Salvini per il caso Gregoretti, con i voti favorevoli della Lega, è di nuovo scontro tra l'ex ministro dell'Interno e il premier Conte. Ieri il capo del governo ha di nuovo rimarcato come la decisione di impedire lo sbarco dei 131 migranti a bordo nave della Guardia costiera in attesa dell'ok degli altri Stati europei alla loro redistribuzione, fosse del solo Salvini. E dunque non una scelta collegiale dell'esecutivo. Questo perché il premier distingue tra la questione dello sbarco e quella della ricollocazione dei migranti a cui, invece, aveva già dichiarato di aver preso parte attivamente. «Ho chiarito per quanto mi riguarda il mio ruolo, non posso che ribadire che la Presidenza del Consiglio è stata senz'altro coinvolta come sempre nella redistribuzione dei migranti - ha detto il premier - Mi è stato chiesto, col mio staff diplomatico l'ho fatto sempre, di lavorare per la redistribuzione. Poi la decisione specifica, se sbarcare, in quale momento, in quale ora, era competenza del ministro Salvini che l'ha rivendicata pubblicamente. Sono tutti fatti, anche documentali, che verranno valutati senz'altro in sede parlamentare», ha aggiunto.

Potrebbe toccare all'Aula esprimersi nuovamente, se almeno 20 senatori presenteranno un ordine del giorno per obiettare al verdetto della Giunta.

«Ne parleremo in tribunale», gli manda a dire invece Salvini, che in un comizio davanti agli emiliano romagnoli ha rilanciato: «Se mi chiamano in tribunale, siccome non sarà un processo a un uomo, ma un processo a un'idea di un'Italia bella, sicura, libera, in tribunale aspetto anche voi. Sono il primo politico ad essere felice se lo mandano a processo perché devono avere paura quelli che hanno fatto qualcosa di sbagliato, non chi ha fatto qualcosa di giusto».

Non ci sarebbe alcuna distinzione invece tra i due punti, lo sbarco e la redistribuzione, secondo il presidente della giunta del Senato Maurizio Gasparri, Forza Italia. I due nodi sono strettamente legati e testimonierebbero la compartecipazione dell'esecutivo al divieto di sbarco: «Conte è un bugiardo, le prove sono evidenti nei suoi confronti. Lo dimostro, lo posso sfidare pubblicamente - avverte Gasparri - il 26 luglio, il giorno dopo l'arrivo della nave Gregoretti con i clandestini a bordo, il consigliere diplomatico di Conte, Benassi, manda una email a Massari, rappresentante diplomatico italiano a Bruxelles. I due si scrivono, è tutto il racconto è depositato agli atti. Il consigliere Benassi scrive nell'email: Currently on the ship Gregoretti, cioè in questo momento sono sulla nave Gregoretti. Quindi la Presidenza del Consiglio sapeva che le persone erano sulla nave, ha chiesto questa suddivisione». Si tratta della mail, contenuta nella memoria difensiva depositata dal Salvini, con cui Palazzo Chigi aveva inoltrato formale richiesta di redistribuzione delle persone a diversi Stati membri.

Il segretario del Pd Nicola Zingaretti invece, alla vigilia del voto in Emilia, tenta di depotenziare il caso: «C'è l'ossessivo tentativo di Salvini di parlare di se stesso, quindi invito tutti a parlare dei problemi degli italiani e non dei problemi giudiziari di un politico che ha il diritto alla difesa ma non di strumentalizzare la giustizia come sta facendo».

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