Politica

Gaultier, anni ruggenti e ambigue seduzioni

Leggerezza botticelliana per il giovane stilista libanese Rami Kadi

Cesare CunacciaParigi Gli anni ruggenti del mitico Palace a Montmartre, uno degli assoluti templi della vita notturna parigina tra gli anni '70 e '80 e gli stessi che hanno visto Jean-Paul Gaultier affermarsi come astro creativo sulla scena della moda francese e internazionale. Questo il filo narrativo della sfilata Couture della Maison Gaultier, giocata su un'agrodolce ma comunque allegra partitura di nostalgia per quest 'epoca libertaria di Parigi, colma di eccessi e probabilmente irripetibile. Come sempre chez Gaultier, lo show si trasforma in rappresentazione, si declina in un gioco onirico e coinvolgente. La notte, of course, la fa da padrona sulla passerella di Rue Saint Martin, con tutte le sue sue scintillanti seduzioni, l'opulenta temperatura dell'ambiguità e un lieve tocco di malinconia, ripensando a una sorta di innocenza perduta. Sembra di essere caduti dentro lo struggente libro fotografico di Philippe Morillon «Une dernière danse», mentre esplodono più che mai energetiche le hits epocali di Grace Jones, di Lio e Sheila E, degli Chic e dei Talking Heads. Un mosaico di frammenti pulsanti, di jais, di paillettes e ispirazioni pop, che connota tutta la collezione, dalle modelle che non possono che riferirsi a Loulou de la Falaise, a Paquita e Farida, fino ai pyjama- vestaglia asimmetrici ricamati di cristalli, agli smocking coulissé, alle robes-lingerie, ai bomber post-punk. Satin nero e gessati transgender dalle proporzioni macro, cascate di jabot neo-romantici ed effetti surreali di rigature e stampe, warholiani flash di fluo di rosa, di giallo acido e blu elettrici. Anche da Rami Kadi, giovane couturier libanese, la missione è rischiarare le tenebre dello Zeigeist, nel nome di una ritrovata joye de vivre. Leggerezza botticelliana che guarda alle ninfe della «Primavera», broderies di fiori fatte con filo di seta e minuscole perle. Sbocciano stilizzati fiori rinascimentali tra i cui tralci si posano uccelli meravigliosi. Un crescendo raffinato, una trama di colori distillati e vividi che si riassume nell'armonia di un arcobaleno, Guo Pei, dopo 20 anni di carriera nel suo Paese, è il primo membro cinese della Chambre syndicale de la Mode française.

La sua collezione di quaranta pezzi, intrisa di segni ed evocazioni, racconta una storia che si interseca con il reale, imperniata sull'immaginario delle dinastie imperiali e sulla fenice, mitologico uccello simbolo di eternitá.

Commenti