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Gelmini: «Un museo col nome dell'archeologo»

Si chiama San Maurizio al monastero maggiore, è lo straordinario ex convento benedettino che nei suoi chiostri ospita una parte importante del Museo archeologico di Milano. Dentro, una sezione è dedicata a Cesarea marittima: i reperti arrivano dagli scavi in terra d'Israele, cuore del Medio Oriente. È questo il luogo che l'ex ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, propone di dedicare a Khaled Asaad, l'archeologo siriano torturato e decapitato per non aver abbandonato l'antica Palmira in mano all'Isis.

Devastata la città, uccisi i civili, ridotte in polvere opere d'arte come il Leone di Al-Lat, minato, minacciato, depredato il patrimonio antico: le notizie incerte e a volte contraddittorie disegnano ormai da mesi uno scenario da incubo. Eppure Asaad, 81 anni, ex direttore del sito archeologico di Palmira, non aveva voluto abbandonare la sua casa che guarda le colonne, anche - dicono oggi coloro che lo conoscevano - per mettere in salvo i reperti dai saccheggi dei miliziani jihadisti. «Credo che una città come Milano abbia il dovere di ricordare in modo permanente il sacrificio del coraggioso archeologo siriano - dice Gelmini -. È un gesto che va tramandato alle future generazioni. Questa persona di valore non va lasciata sola: è una battaglia educativa. E ritengo che il Museo archeologico sia il luogo più adatto per ricordare Asaad».

È il giorno in cui il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, fa sua la proposta del sindaco di Torino, Piero Fassino, di un giorno di lutto per quest'esecuzione barbara. Fassino, da presidente dell'Anci (l'associazione dei comuni italiani), ha proposto bandiere a mezz'asta nei musei e nelle istituzioni culturali di tutto il Paese per protestare e ricordare. Così è stato un po' ovunque, da Nord al Centro a Sud, senza distinzioni. Musei in lutto, enti di cultura in lutto. Un'iniziativa che dà il segno di come siano trasversali l'indignazione, l'orrore e la paura per la furia che colpisce uomini, cultura e uomini di cultura. È il giorno in cui il premier, Matteo Renzi, annuncia via twitter che il Pd ricorderà Khaled al-Asaad in tutte le feste dell'Unità: «Non rassegnarsi alla barbarie, mai».

Forza Italia presenta una mozione in consiglio comunale per sostenere il progetto di Gelmini. E se il parlamentare del Pd Emanuele Fiano propone di intitolare a Khaled il Mudec, il nuovo Museo milanese delle culture, la coordinatrice azzurra è convinta che il luogo giusto sia tra l'arte antica: «Serve un'alleanza a difesa della democrazia e della libertà. Ci fa piacere che il Museo archeologico, su cui molto si è impegnato il centrodestra con il sindaco Letizia Moratti, non sia intestato a nessuno. È una ragione in più per dedicarlo al coraggioso archeologo di Palmira che ha custodito il sito». C'è poi l'intreccio di storie tra il Museo e la chiesa di San Maurizio, «che sottolinea l'importanza del dialogo tra le religioni».

Asaad è morto anche con l'accusa di essere un musulmano sgradito all'Isis: troppi legami con i cristiani.

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