Cronache

Gender, la Chiesa chiude: "Ma no discriminazioni"

Gender, la Chiesa chiude: "Ma no discriminazioni"

Roma La Chiesa ancora una volta rivendica «la legittima aspirazione delle scuole cattoliche a mantenere la propria visione della sessualità umana in funzione della libertà delle famiglie». Si al dialogo, al confronto. No alle discriminazioni. Ma per il Vaticano l'appartenenza a un sesso non è una scelta personale: essere uomo o donna non è un concetto fluido per i cattolici, i due sessi non sono intercambiabili e il terzo genere è una costruzione fittizia. La famiglia è soltanto quella nella quale il bambino ha un padre e una madre e solo ai genitori spetta il diritto dovere di scegliere come educarlo. La Chiesa ribadisce il suo no alla famiglia omosessuale e all'ipotesi di una identità sessuale fluida nella prospettiva educativa.

È in estrema sintesi il nocciolo del documento firmato dal cardinale Giuseppe Versaldi, prefetto della Congregazione per l'educazione cattolica, e dell'arcivescovo Vincenzo Zani, segretario del Dicastero: «Maschio e femmina li creò. Per una via di dialogo sulla questione del gender nell'educazione». Il tentativo di offrire uno strumento valido, indirizzato soprattutto alle scuole cattoliche e ai docenti, per affrontare le sfide educative del nuovo millennio legate anche alla cosiddetta idelogia gender, così definita proprio dai cattolici ovvero da chi non la condivide. Il tono non è di condanna, perché non è questa la cifra di Papa Francesco, ma il testo parla di una «emergenza educativa» da affrontare e da contrastare attraverso il dialogo e la proposta di una visione diversa che è appunto quella cattolica, valorizzandola, respingendo «il pensiero unico».

Per la Congregazione ci troviamo in un momento di «disorientamento antropologico», causa della destrutturazione della famiglia. Un processo iniziato negli anni '90 con la teorizzazione di una «radicale separazione fra genere (gender) e sex (sesso), con la priorità del primo sul secondo». In una «crescente contrapposizione fra natura e cultura» le proposte gender confluiscono nel queer ovvero in una «dimensione fluida» che arriva ad emancipare «l'individuo da ogni definizione sessuale data a priori». Per il cardinale Versaldi l'ideologia va distinta dagli studi sul gender che approfondiscono «il modo in cui si vive nelle diverse culture la differenza sessuale tra uomo e donna».

In questo senso è possibile trovare punti di incontro educando i bambini al rispetto di ogni persona nella sua peculiare e differente condizione in modo che «nessuno, a causa delle proprie condizioni personali (disabilità, razza, religione, tendenze affettive), possa diventare oggetto di bullismo, violenze, insulti e discriminazioni ingiuste».

Commenti