Elezioni Politiche 2018

Gentiloni fa lo spot per il Pd ma si prepara a fare trasloco

Il premier in tv da Fazio chiede il voto per il suo partito e non si fa avanti per il bis: "Il mio impegno finisce"

Gentiloni fa lo spot per il Pd ma si prepara a fare trasloco

Leale fino in fondo, Gentiloni porta in tv il messaggio della segreteria Pd e fa capire, ormai da soldato semplice di partito anche se premier uscente, che ha pronte le valigie per traslocare da Palazzo Chigi: «Non sono attrezzato per una lunga monarchia - scherza alla domanda di Fazio in Rai -. Ho preso un impegno che finisce con le elezioni. Credo sia rispettoso per il Parlamento e per i cittadini dare il peso giusto alle elezioni. Saranno i cittadini, con il loro voto, a determinarne l'esito. Non l'inerzia o un'alchimia per cui tanto rimane così. L'ho rassicurata?» chiede quindi all'intervistatore, per accertarsi che il concetto da trasmettere all'elettorato sia arrivato chiaro. Per sicurezza, Gentiloni lo ripete pochi secondi dopo. La domanda torna sull'ipotesi consolidata di un Gentiloni bis in caso di stallo post-elettorale. Ecco, ma il diretto interessato sarebbe disponibile? Il premier si attiene alla procedura costituzionale e al protocollo di partito che prevede un altro candidato premier, il segretario del Pd, poi nel caso si vedrà ma è inutile parlarne: «Chi sarà il presidente del Consiglio è una decisione che prenderà il presidente della Repubblica - risponde Gentiloni -. Ma per rispetto degli elettori dobbiamo dire che il 4 marzo c'è una sfida molto importante, con tre blocchi principali, il centrosinistra di governo, il centrodestra e i Cinque stelle. Io penso che sia molto rilevante quel che elettori decideranno, il centrosinistra può essere vincente spero si chiudano accordi e alleanze, credo che il Pd possa essere primo partito sulla base di quel fatto in questi anni, allora ci sarà fiducia nella governabilità del paese». Ultimo tentativo di strappare a Gentiloni una minima intenzione di riproporsi come premier di larghe intese. Allearsi con Berlusconi, che ne pensa? Niente da fare, l'ex ministro renziano (che ammette di conoscere bene il soprannome che gli hanno dato a Roma, Er moviola, e di prenderlo anche sportivamente) non fa un passo fuori dal copione che ha portato sul piccolo schermo: «Io insisto che bisogna dire ai cittadini che col voto hanno la scelta nelle loro mani. Se invece diciamo agli elettori che la scelta è di altri, dopo le urne, non facciamo bene alla democrazia. Ci sono tre opzioni sul tavolo, ciascuno può scegliere. Io spero che l'Italia non giochi il rischiatutto con forze che non sanno governare il Paese. E penso che il centrosinistra abbia dimostrato di saper governare».

Assodato che è inutile cercare proiezioni sul futuro di Gentiloni, si punta al passato, ai tredici mesi del suo governo. La cosa di cui è più orgoglioso? «No un sola, tante: l'immigrazione, l'economia, i diritti. Sono orgoglioso di aver contribuito a rasserenare il clima. Un paese che litiga troppo, che non ha valori condivisi su politica estera e principi, è un Paese a rischio. A Roma mi chiamano er moviola, io sono orgoglioso di aver dato un contributo ad aver rasserenato clima. Mi auguro anche che la campagna elettorale invece di essere un festival di paure e illusioni, sia seria».

Anche sulla questione del canone Rai che ha infiammato il centrosinistra (con Renzi che propone di abolirlo e Calenda che la bolla come una «presa in giro») Gentiloni porta il suo contributo rasserenante, facendo però capire che fosse per lui il canone resterebbe com'è: «Concentrerei il pagare di meno su alcune fasce sociali: l'esenzione dal canone in Italia è molto limitato. Si potrebbe allargare ad alcune fasce sociali. Ma un grande paese europeo ha un grande servizio pubblico, e noi ce lo abbiamo». Ultimo rimpianto sullo ius soli che non è passato nella legislatura, «per la banalità terribile che al Senato non avevamo i numeri», però «certo che è il tempo (per lo ius soli, ndr), il che non toglie che non sia una questione controversa, perchè una parte dell'opinione pubblica considera lo ius soli parente degli sbarchi e non parente dei bambini che frequentano scuole e palestre dei loro figli. Se la considera in questo modo, però, c'è spazio per lo ius soli».

In un'altra legislatura, forse, sempre che il Pd sia al governo.

Commenti