Politica

Germania, "comprati" i segreti dei furbetti coi conti all'estero

Pennette e liste con 55mila nomi: Düsseldorf spende 5 milioni per recuperarne 600 In Svizzera parte il processo per lo scandalo "Hbsc", ma Falciani non si presenta

Germania, "comprati" i segreti dei furbetti coi conti all'estero

Berlino - Tutto il mondo è paese e, a dispetto della loro fama di cittadini rispettosi della legge, anche i tedeschi non pagano le tasse. O almeno ci provano. Lo fanno tanto i privati quanto le persone giuridiche: conti in Svizzera, fughe di capitali e operazioni finanziarie poco trasparenti sono all'ordine del giorno. Sorprendente, però, è la riposta del governo centrale e delle sedici amministrazioni statali al fenomeno: contro gli evasori vale tutto, anche i colpi bassi. Ecco perché il governo del Nord Reno-Westfalia (NRW), il popoloso Land tedesco con capitale Düsseldorf, ha appena speso 5 milioni di euro per acquistare una o più pennette digitali contenti i dati relativi a operazioni finanziarie avvenute sul Vecchio continente per 70 miliardi di euro. Ne ha dato notizia il settimanale Der Spiegel al quale ha subito risposto la Süddeutsche Zeitung secondo cui l'amministrazione del NRW guidata dalla governatrice socialdemocratica Hannelore Kraft avrebbe anche acquistato un secondo pacchetto di dati riservatissimi. Si tratterebbe in questo caso di una lista di 55mila nomi di clienti di una banca straniera utilizzata per nascondere somme ingenti agli ispettori del Fisco. La prima pennetta invece – 7 centimetri di alluminio pagati 1,4 milioni di euro l'uno – ricostruirebbe gli stratagemmi legali messi a punto da banche e istituti di credito per chiedere più e più volte allo Stato la deduzione dalle tasse di una stessa minusvalenza (una speculazione finanziaria andata male) o per ottenere più volte il rimborso previsto dopo il pagamento delle tasse in conto capitale. Sulla base dei nuovi dati relativi al periodo 2006-2011, il governo del NRW ritiene di poter rastrellare almeno 600 milioni. In quale Paese Düsseldorf abbia acquistato la chiavetta (si sa solo che il venditore è un «broker straniero esperto», scrive lo Spiegel ) non è dato sapere; in passato però la vicina Svizzera è stata scelta dagli evasori tedeschi come rifugio per i propri tesoretti, e non sarebbe la prima volta che le istituzioni tedesche si affidano a «gole profonde» elvetiche. Per una curiosa coincidenza, nelle stesse ore si apriva a Bellinzona il processo in contumacia a Hervé Falciani, l'ex informatico di Hbsc, uno dei più grandi gruppi bancari al mondo. Il caso del funzionario 43enne ha avuto vasta eco all'estero mettendo in difficoltà un sistema nazionale che sulla riservatezza delle operazioni bancaria ha costruito la propria fortuna. SwissLeaks , questo il nome dello scandalo fatto scoppiare dalla lista Falciani, ha acceso i riflettori non solo sull'evasione fiscale ma anche su traffici di ogni sorta, da quello di droga al finanziamento del terrorismo, passati tranquillamente dai conti dell'Hbsc. E mentre l'istituto patteggiava con le autorità di Ginevra una multa da 40 milioni di franchi per riciclaggio di denaro, Falciani fuggiva in Francia, Paese dal quale non può essere estradato in Svizzera. Se la Confederazione elvetica ha puntato per anni sul segreto bancario, la Germania gioca invece la carta della pubblicità. Düsseldorf è ben contenta di rendere di pubblico dominio l'acquisto delle chiavette: in Germania esiste la Selbstanzeige , l'istituto dell'autoconfessione secondo cui chi confessa di aver evaso o eluso il Fisco e restituisce il maltolto, evita la galera; uno scudo fiscale permanente che scatta se la confessione è onesta, integrale e antecedente alle indagini. E per aggiungere un tocco di creatività, l'anno scorso il governo di Frau Kraft ha anche proposto il sequestro della patente agli evasori condannati: un pubblico ludibrio per i tedeschi innamorati delle loro auto.

La proposta è al vaglio del ministero federale della Giustizia.

Commenti