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Ghizzoni smaschera la Boschi: mi chiese di acquisire Etruria

Il banchiere conferma de Bortoli e l'incontro: «Ma non avvertii pressioni». La strana «sollecitazione» di Carrai

Ghizzoni smaschera la Boschi: mi chiese di acquisire Etruria

Era una delle audizioni più attese dell'agenda fissata dalla Commissione Banche e non ha deluso le aspettative.

L'ex amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, ha confermato quanto scritto dall'ex direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli che hanno di fatto aperto il caso Boschi-Etruria: il 12 dicembre 2014 il banchiere ebbe un incontro «da solo» a Palazzo Chigi con l'allora ministro nel quale «mi chiese se era pensabile per Unicredit valutare un'acquisizione o un intervento su Etruria: risposi che non ero in grado di dare nessuna risposta». Ghizzoni ieri ha però sganciato una nuova bomba dando notizia di una mail ricevuta il 13 gennaio 2015 dal «Richelieu» renziano, Marco Carrai, che conteneva «sollecitazioni» proprio sul futuro del gruppo aretino.

Ghizzoni è, forse, più super partes di altri protagonisti delle audizioni tenute finora a palazzo San Macuto. Più del governatore Ignazio Visco che comunque da Renzi e dalla sua corte è stato messo sul banco degli imputati con tanto di mozione di sfiducia alla sua riconferma in Bankitalia. E più di Giuseppe Vegas che ha parlato da presidente in scadenza della Consob. Dopo aver guidato per sei anni Unicredit (fino a luglio 2016), dal maggio scorso Ghizzoni è presidente senza deleghe operative delle attività italiane della banca d'affari americana Rotschild. A Natale 2016 ha anche costituito con la moglie la Filedo srl, società di consulenza per le imprese.

Cosa ha detto, dunque, il banchiere davanti alla Commissione riunita al gran completo? Ricostruendo l'incontro con la Boschi citato dal libro di de Bortoli, lo ha definito come un «colloquio cordiale», in cui «non avvertii pressioni da parte del ministro», «non mi fu seccamente chiesto di acquistare Banca Etruria, l'avrei ritenuto inaccettabile. Ma di valutare un intervento nell'indipendenza di giudizi». Questo «dal punto di vista semantico» spiega Ghizzoni «fa la differenza». Ghizzoni sentì comunque la necessità di dover chiarire all'ex ministro «che era la banca a decidere» rivendicandone l'indipendenza.

Ma i contatti con il Giglio Magico non finiscono qui. Il 13 gennaio 2015, dice Ghizzoni, «mi arrivò una mail molto sintetica da Marco Carrai in cui si diceva: su Etruria mi è stato chiesto nel rispetto dei ruoli di sollecitarti se possibile». Il banchiere, quindi, aggiunge: «decisi volutamente di non chiedere nessun chiarimento per non aprire nessun canale di comunicazione e risposi a Carrai ok ti confermo che stiamo lavorando, alla fine contatteremo i vertici di Etruria. Dopo di che, «non l'ho più sentito su quello argomento».

Dopo l'audizione, sui social network sono arrivate le reazioni del sottosegretario Boschi e di Ferruccio de Bortoli.

La prima esulta con un tweet: «Confermo la relazione iniziale di Ghizzoni. Non ho fatto alcuna pressione. E non ho chiesto io di acquisire la banca, ma Mediobanca e la stessa Etruria. Io ho solo chiesto info. Adesso la parola al Tribunale». Anche de Bortoli su Facebook ringrazia il banchiere «per aver confermato la richiesta» della Boschi e aspetta «l'azione civile di cui ho sentito finora parlare, senza aver ricevuto alcun atto».

In attesa «che sia il Tribunale a dire l'ultima parola, credo che la penultima l'abbia già detta Ghizzoni».

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