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Giachetti si consegna ai pm. "Sabella assessore con me"

Il candidato dem a Roma sfida la Raggi in tv, scintille su Olimpiadi e debito. La grillina: avete sempre fallito

Giachetti si consegna ai pm. "Sabella assessore con me"

Ultimi fuochi, ultime ripicche, ultimi trucchi, trabocchetti e trappoloni di una campagna elettorale assai nervosa e bizzarra. Bizzarra, da ultimo, anche per la qualità degli argomenti messi in campo (è il caso di dirlo) per frenare la corsa verso il Campidoglio della «pericolosissima» candidata grillina, Virginia Raggi, che tiene saldamente il primato nei sondaggi e - almeno per ora - saldamente anche i nervi a posto di fronte a un Pd letteralmente schiumante di rabbia.

L'ultimo scontro avviene davanti alla statua di Marco Aurelio, e alle telecamere di Sky, nella giornata degli strascichi sul nuovo stadio della Roma e sul (presunto) voto di D'Alema alla Raggi. Si parla di rifiuti, nella città che ha il maggior numero di dipendenti addetti alla pulizia. E la Raggi parte all'attacco sulle passate gestioni dell'Ama, tutte targate pd. Così, ha facile gioco sul mega-debito del Comune (ma Giachetti si riprende accusando la grillina di cambiare idea a ogni comizio, contraccambiato). Nonostante le smentite di entrambi, tra i due pare ormai essere sbocciata anche un bel po' di antipatia personale. Giachetti si aggrappa all'ex assessore di Marino, l'ex Pm Sabella, cui affidare il controllo sui lavori pubblici. Ma è con il tema del referendum sulle Olimpiadi si entra davvero nel vivo, e nel ping-pong gli scambi nervosi si sprecano. «Le Olimpiadi sono un evento futuro e incerto, sul quale non si può basare l'idea di sviluppo di una città... E se non vengono assegnate a Roma? La città si ferma? È agghiacciante». Anche sul nuovo stadio della Roma era stata misurata la capacità della grillina di far ripartire il business all'ombra del Cupolone. La cronaca del Corsera riportava le ultime dichiarazioni del dg della Roma, Mauro Baldissoni. Parole tutt'altro che di circostanza: «L'iter per il nuovo stadio è esaurito, come la Raggi... che non sa di che cosa parla. Se ci fermano, faremo causa al Comune». Inevitabile che frasi del genere stimolassero il peggio della tifoseria, scatenatosi sul web, fino alla smentita di Baldissoni e alla replica della Raggi. Il dg giallorosso ha ri-calibrato il senso: «Legittimo e naturale che in questa fase i due candidati sindaco possano non conoscere un progetto così complesso, ma sono sicuro che una volta saliti sul Campidoglio faranno di tutto per impegnarsi...». Sul «gioco di parole», che il dg sostiene di aver riferito a entrambi, la marcia indietro è totale: «Non intendevo certo dire che la Raggi è esaurita, né minacciare cause... Mi spiace che le mie parole vengano strumentalizzate».

A sua volta, la candidata grillina in un videomessaggio su Facebook sottolineava che l'idea veicolata in queste ore, lei contraria e Giachetti favorevole allo stadio, «mi fa sorridere... sta insultando i tifosi come se non fossero cittadini come altri... Qui il dibattito non è fra Roma e la Roma, ma tra Roma e una società americana che legittimamente vuole investire all'interno della nostra città. Sia la Roma che la Lazio (la Raggi ha simpatie biancocelesti, ndr) hanno diritto di avere uno stadio ma si deve rispettare la legge e la norma del piano regolatore perché questi criteri non si possono accendere e spegnere a uso e consumo di chi governa». I candidati non si lasciano pregare per spargere demagogia a piene mani, oltre che vere e proprie balle. Giachetti sostiene che la «Raggi dice no alla riparazione immediata delle buche», Raggi risponde al fuoco: «Il Pd deve continuare a fare favori a lobby e banche, noi no. Non facciamo favori a nessuno, abbiamo le mani libere».

Si spera che, prima o poi, imparino pure a impiegarle in qualcosa.

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