Cronache

Il giallo della Cucinotta Arrivata a Pechino e subito rimpatriata

L'attrice madrina Alitalia, ma i cinesi rovinano la festa: colpa del visto non valido

Il giallo della Cucinotta Arrivata a Pechino e subito rimpatriata

Madrina respinta e rimpatriata. Roma-Pechino-Roma in ventiquattr'ore: un (involontario) record. Maria Grazia Cucinotta, una delle regine della bellezza italiana, ha tenuto a battesimo il primo volo di Alitalia tra Roma e Pechino, ma la sua missione si è conclusa in anticipo sui programmi: esattamente al controllo passaporti dell'aeroporto della capitale cinese, dove le è stato negato l'ingresso perché il visto non era valido. Qui ci sono stati lunghissimi minuti di trattative per cercare di risolvere il fastidioso imprevisto: l'attrice faceva parte della delegazione del ministro dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini, ma altro disguido - sembra che il suo nome non apparisse nella lista. È facile immaginare che non sia semplice convincere il personale di dogana cinese ad accettare un documento non in regola. Pare che si profilasse una soluzione, ma intanto i minuti passavano e il volo per Roma di Alitalia era già sui tabelloni. Così, la bella madrina ha deciso di rinunciare e di riprendere lo stesso Airbus 330 per tornare indietro: era la soluzione con il minor livello di incognite. Addio ricevimenti ufficiali, mondanità e celebrazione della femminilità italiana.

A rappresentare il Paese sono rimasti il ministro Franceschini e l'amministratore delegato di Alitalia, l'australiano Cramer Ball: in confronto alla Cucinotta, i cinesi ci hanno senz'altro perso. Lei, al telefono, minimizza: «Nessun problema, era già previsto che rientrassi subito: sto girando, non potevo bloccare il set, e poi dovevo raggiungere i miei in vacanza». Poi aggiunge, in lieve contraddizione: «Ho un visto permanente, c'è stato qualche problema ma avevo già chiamato la mia produzione cinese per risolverlo...».

Per la compagnia italiana (meglio: italo-araba) la riapertura del volo diretto per Pechino è un forte segnale di sviluppo, e in quanto tale doveva essere trattato con solennità. Maria Grazia Cucinotta, bellezza mediterranea apprezzata anche sotto la Muraglia, era stata prescelta per portare una ventata di freschezza italiana: del resto il programma esplicito di James Hogan, numero uno di Etihad, è quello di rendere l'Alitalia «più sexy». Chi meglio di lei, allora?

Poco prima della partenza ha fatto avere il passaporto agli uffici della compagnia, che hanno verificato la validità del visto. Invece, un infido pasticcio burocratico di date e di ingressi, non facile da riconoscere, lo ha reso inefficace.

Tra imbarazzo e sgomento, la bella signora ha salutato, fatto dietro front ed è stata riaccompagnata nella business class dell'Airbus appena lasciato: che beffa! Anche sotto il profilo della stanchezza, tour de force non invidiabile: la partenza da Roma è stata lunedì 18 alle 14.30, l'arrivo a Pechino alle 6.20 del giorno dopo. Detratti i fusi, dieci ore suonate di volo. La mesta ripartenza da Pechino è stata alle 9.30 locali tre ore dopo l'atterraggio e il rientro definitivo a Roma martedì alle 14.25. Venti ore di volo in ventiquattr'orePer la Cucinotta-madrina era cominciato tutto bene, con una festicciola d'inaugurazione all'imbarco: alla presenza di un pubblico festoso, a Fiumicino ha anche indossato la giacca, la sciarpa e il cappello della nuova divisa delle hostess Alitalia, con cui ha posato sorridente per i fotografi. In voloha accettato la richiesta di molti selfie, e ha anche girato un piccolo video di auguri per la nipotina di una hostess. «È stata una settimana complicata ha confessato a qualcuno -. Giorni fa sono anche scivolata da un gradino e mi sono storta una caviglia. Mi fa male un piede». Condizioni non ideali per un lungo viaggio. Se in più ci si mette la dose di bile..

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