Cronaca locale

Giallo in riva al Tevere: bimba appena nata gettata come un rifiuto

Il corpo aveva ancora il cordone ombelicale attaccato. Buttata nel fiume dopo il parto

Giallo in riva al Tevere: bimba appena nata gettata come un rifiuto

Roma - Neonata trovata morta nel Tevere. Il cordone ombelicale ancora attaccato, l'hanno gettata in acqua dal greto del fiume come un sacco di spazzatura. Poi sono andati via, come se nulla fosse. Gli arbusti lungo l'argine destro, infine, l'hanno trattenuta. Ad avvistare il corpicino senza vita della bimba, all'altezza di centro Giano, Acilia, Cesare Bergamini detto «l'Anguillaro», il pescatore di anguille dell'ex ristorante galleggiante Anaconda. «Ne ho tirati su tanti di cadaveri - racconta, sconvolto, Bergamini - ma quello di un bambino no. È terribile». Drammatico pomeriggio, ieri, per i sommozzatori dei vigili del fuoco che si sono calati in acqua con un gommone fino all'attracco del ponte di Mezzocammino, altezza Raccordo Anulare, per recuperare e portare a terra il corpicino avvistato alle 14,30 centinaia di metri più a valle. Galleggiava senza vita a testa in giù la piccola. Secondo un primo esame del medico legale sarebbe morta da poche ore. Lanciata in quel punto o gettata in acqua a monte e trascinata dalla corrente? Così si spiegherebbero alcune escoriazioni sulla nuca della vittima. Le indagini, coordinate dalla Procura, sono affidate ai commissariati Esposizione, Lido e alla squadra mobile. Razza caucasica, bianca, la neonata non avrebbe segni di riconoscimento. Per tutto il pomeriggio gli esperti della polizia scientifica, dopo aver circoscritto l'area, hanno cercato elementi utili e rilevato impronte alla ricerca di indizi significativi. «Probabilmente non è stata gettata nel fiume dove è stata trovata» spiegano gli inquirenti che hanno esteso le ricerche verso la capitale, analizzando le telecamere della zona. È stata la madre a uccidere la bambina? Gli investigatori starebbero lavorando anche su alcuni accampamenti abusivi a nord. I subacquei, in particolare, hanno scandagliato il corso del Tevere nei dintorni alla ricerca di altri indizi. Le ipotesi sono molte. Tra queste: una madre in difficoltà che si sarebbe sbarazzata della figlia appena venuta alla luce uccidendola o un parto clandestino finito nel peggiore dei modi, con la morte della neonata? «Stiamo valutando ogni pista» dicono in questura. Se si fosse trattato di un parto «casalingo» la madre potrebbe essere finita successivamente in ospedale per le conseguenze del parto stesso. Come per un'emorragia interna provocata da un'ostetrica improvvisata. Ma, al momento, i riscontri con le strutture sanitarie della capitale non ci sono. Nessuno sarebbe entrato in un pronto soccorso con sintomi del genere. A stabilire le cause esatte della morte della bimba sarà l'esame autoptico, eseguito la prossima settimana all'istituto di Medicina legale. Da accertare se la piccola sia morta per annegamento (acqua nei polmoni) o se era già senza vita quando è stata scaraventata nel Tevere. Una storia che, purtroppo, riporta al drammatico 20 dicembre scorso quando una donna, Giuseppina Orlando di 38 anni, in preda a un fortissimo esaurimento nervoso, si getta nel Tevere da ponte Testaccio stringendo a sé le sue gemelline di 4 mesi, Sara e Benedetta, nate con gravi problemi. Oppure al febbraio del 2012 quando, in una Roma innevata, un uomo separato dalla compagna, per vendetta porta via il figlio di 16 mesi e lo getta da ponte Mazzini. Patrizio Franceschelli, all'epoca 27enne, pregiudicato, viene visto da alcuni agenti che, però, non riescono a fermarlo.

Il corpo del piccolo Claudio verrà recuperato a Fiumicino soltanto a marzo, il padre omicida condannato a 30 anni di carcere.

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