Politica

La Giannini smemorata dimentica la Venezia Giulia

È clamorosa la gaffe in cui è incorso il ministro Stefania Giannini ( nella foto ). Nel predisporre le mappe per la reintroduzione dell'insegnamento della geografia il Miur si è «dimenticato» del Friuli Venezia Giulia. O meglio, il Friuli c'è ma manca il resto. Tanto che l'Associazione nazionale Venezia-Giulia e Dalmazia se ne lamenta così: «A questo punto, chi lavora al ministero di viale Trastevere dovrebbe ripassare non soltanto la storia e la geografia ma pure la Carta costituzionale”. E già, perché la «Regione speciale» Friuli Venezia Giulia è prevista dalla costituzione. Circostanza che rende la figuraccia del ministero della Giannini francamente incredibile.

Se non è un persecuzione, poco ci manca. La vittima è il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, da un anno perseguitato «a mezzo manifesto» selvaggio. Mandanti e attacchini sarebbero già stati identificati. Sta di fatto che da 3 giorni nel centro e nelle zone dei palazzi del potere sono stati affissi dei costosi manifesti ( nella foto ) in cui il governatore campano è accusato di essere «Il più amato dalla camorra». Un anno fa era stato affisso un altro manifesto recante la scritta «Caldoro assassino». Cinque disoccupati sono stati denunciati dalla Digos. Caldoro ha dato mandato ai suoi legali di denunciare gli autori di questa campagna. Ma con il Comune guidato dal dipietrista Luigi de Magistris è polemica: l'entourage del presidente aveva chiesto la rimozione dei manifesti abusivi. Nulla di fatto. La campagna elettorale per le Regionali è già iniziata.

Balletto Civati-apparato, e la presenza alla festa dell'Unità è un giallo. Nuovo corto circuito tra Pippo Civati ( nella foto ) e l'apparato Pd. Questa volta il siparietto riguarda la presenza del «dissidente» lombardo alla festa dell'Unità nazionale in corso a Bologna. Inizialmente atteso per domani, il leader della minoranza Pd smentisce. Civati spiega sul suo blog: «Alle 11 di sera del giorno precedente al lancio della Festa mi scrive un sms il responsabile per dirmi che io sarei stato previsto il 4 settembre. Gentilmente declino, per gli impegni presi in Campania già due mesi fa. Non mi viene offerta un'alternativa (non ci sono alternative, evidentemente, benché avessi tenuto libera qualche serata appositamente) e la cosa per me si esaurisce», taglia corto Civati. Tuttavia «il giorno successivo scopro che il mio nome compare sul programma online e gentilmente (bis) chiedo di toglierlo. La mia presenza però compare sul programma cartaceo, evidentemente inviato in tipografia prima del messaggio».LDon

La battaglia politica in Liguria si sposta dietro le scrivanie dei giornalisti tra candidature ipotetiche, articoli al vetriolo e richieste danni per migliaia di euro. E così, come racconta il Secolo XIX , Ferruccio Sansa, giornalista del Fatto Quotidiano , indicato da molti come candidato alle regionali per M5S (o in alternativa addirittura per il Pd), nonché figlio dell'ex sindaco di Genova Adriano, ha chiesto un maxi risarcimento (150mila euro, più 25mila di spese) al collega Franco Manzitti, ex di Repubblica e Secolo XIX . Motivo di tanta rabbia? Manzitti avrebbe scritto che l'attività di Sansa jr sarebbe volta a vendicare il torto subito dal padre, non ricandidato a Genova nel 1997 dalla nomenklatura del Pd. Non l'attività di «politico eventuale candidato», ma quella di giornalista, secondo l'interpretazione di Sansa. Da qui la richiesta di risarcimento monstre. Basteranno le scuse, già arrivate, da parte di Manzitti? «Non accetto che si infanghi il mio lavoro», tuona Sansa. Si vedrà ma la campagna elettorale in Liguria è già partita col botto. MBas

L'Agenzia di informazione della Regione Toscana ha inoltrato ai giornali un comunicato dal titolo: «Crisi turismo: Rossi chiede aiuto ai vip toscani». Il testo dice: «Sarebbe un bellissimo sogno avervi come testimonial di una raccolta fondi per sostenere questa parte della Toscana». Ovvero la Versilia. Il governatore Enrico Rossi ( nella foto ) si è insomma ridotto a chiedere quattrini agli odiatissimi ricchi, per salvare un settore la cui salvaguardia spetterebbe proprio alla sua amministrazione. L'appello è ad Andrea Bocelli, Irene Grandi, Carlo Conti, Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni.

Resosi conto però di aver messo il piede in fallo, la Regione ha deciso di modificare il comunicato eliminando «di una raccolta fondi». E Rossi sarebbe il miglior governatore d'Italia?

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