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Giovanardi lascia l'Ncd

È solo l'ultimo addio di una lunga serie. E, dopo di lui, sono pronti a mollare anche Augello e Piso. Dubbi sul futuro di Schifani e Lupi

Giovanardi lascia l'Ncd

"Lascio la maggioranza, di fronte a un governo arrogante che prima ti chiede la fiducia e poi si vota le unioni civili con il Movimento 5 Stelle. Non tornerò in Forza Italia nei prossimi giorni decideremo con gli altri cosa fare". Carlo Giovanardi, insieme ai fedelissimi del suo movimento, i 'Popolari liberali', abbandona l'Ncd.

In un documento firmato dal senatore e dai presidenti di 31 circoli dell'Emilia Romagna si prende atto "del fallimento della missione e degli obiettivi che sono stati alla base della nascita del Nuovo Centro Destra" e si contesta al governo, non solo la volontà di approvare il ddl Cirinnà ma anche l'iniziativa del sottosegretario agli Esteri Benedetto della Vedova di portare avanti una campagna per la legalizzazione della cannabis. Un addio motivato e non solitario che ricorda quello di Nunzia De Girolamo che, circa un mese fa, è tornata in Forza Italia portando in dote 100 esponenti campani dell'Ncd, provocando l'irritazione di Alfano che definì un bluff "quella transumanza".

Più che di transumanza sarebbe parlare di esodo dato che Gaetano Quagliariello, dopo essersi dimesso da coordinatore nazionale del partito, sembra in procinto di abbandonare la nave alfaniana e solo ieri a Rainews24 ha dichiarato: "Capisco la posizione del mio amico Cicchitto: lui proviene dalla sinistra, dalla cultura del socialismo lombardiano, si è trovato nel centrodestra per anticomunismo e per garantismo e ritiene che Renzi sotto questi aspetti lo abbia soddisfatto. Ma per chi proviene da un'altra cultura, per chi crede che possa esistere un campo liberale in economia, occidentale in politica estera e cristiano nei princìpi, è arrivato il momento della scelta: non si può costruire l'alternativa a Renzi stando al governo con Renzi. Pensare di fare i 'moderati per Renzì non ha senso, Renzi fa già il moderato di se stesso e in quel campo non c'è spazio per altro".

Anche il senatore Andrea Augello e il deputato Vincenzo Piso hanno già messo un piede fuori dal partito e vi rimarranno solo finché non sarà approvata la manovra finanziaria perché contrari a "un'alleanza organica con la sinistra". "Una volta incardinata la legge di stabilità, lo ripeto, me ne andrò da Ncd, salvo fatti nuovi, evidenti e importanti sulla direzione politica", ha dichiarato Augello che punta a una federazione di tutte le forze di centrodestra sul modello dell'Ump francese. Posizione consivisa da Piso secondo cui, dopo la nascita della federazione, si deve "dar vita il più rapidamente possibile a un nuovo soggetto politico". Contrario a un'alleanza organica col Pd sono anche il silenzioso Renato Schifani che, secondo fonti parlamentari, nutre sempre maggiore insofferenza per la situazione siciliana dove l'Ncd si appresta, quantomeno, a dare l'appoggio esterno sulle riforme al Crocetta quater. Nei prossimi mesi, poi, si capirà anche il destino di Maurizio Lupi che pare intenzionato a candidarsi a sindaco di Milano con l'appoggio del centrodestra e del governatore leghista Roberto Maroni.

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