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La gogna dei sottosegretari M5s: questionario anonimo per cacciarli

La «graticola» decisa da Di Maio. Ecco chi rischia di più

La gogna dei sottosegretari M5s: questionario anonimo per cacciarli

L'impostazione della «scheda anonima di riflessione» ricorda i questionari consegnati, più o meno in questo periodo dell'anno, agli studenti per valutare i professori. E proprio come a scuola, tutto è rigorosamente anonimo. Solo che in questo caso a compilare il modulo sono deputati e senatori del M5s, mentre ad essere sottoposti al loro giudizio sono i sottosegretari pentastellati. Finiti nell'occhio del ciclone delle proteste del gruppo parlamentare per la poca disponibilità e la scarsa capacità di raccordarsi con le esigenze e le istanze dei «portavoce» a Montecitorio e Palazzo Madama. La decisione, presa da Luigi Di Maio, e approvata da Beppe Grillo nell'ultimo vertice tra i due, rientra nel «percorso di ascolto» avviato dal capo politico con deputati e senatori, molti dei quali insofferenti dall'inizio della legislatura per il comportamento autoreferenziale del gruppo dirigente ministeriale grillino.

Ma come funziona la «graticola»? Innanzitutto è stata chiamata così per omaggiare una vecchia abitudine del Movimento delle origini, quando gli attivisti dei meetup delle varie città sottoponevano gli aspiranti candidati del posto a una serie di domande incessanti durante un'assemblea pubblica. E soltanto alla fine dei match venivano scelti i nomi da inserire in lista. La nuova versione, invece, consiste in una «scheda di riflessione» che i parlamentari hanno riempito ieri sera in una saletta allestita nel Palazzo dei Gruppi alla Camera. Ogni sottosegretario sarà giudicato dai componenti della propria Commissione di riferimento attraverso delle «crocette». Il foglio, scovato dall'AdnKronos, contiene cinque criteri: presenza, disponibilità all'ascolto, capacità di fornire informazioni, capacità di fornire risposte, capacità di raggiungere obiettivi, capacità organizzativa. La valutazione può essere, per ogni punto, alta, media o bassa. E alla fine del documento c'è uno spazio per aggiungere «riflessioni/note sull'operato del sottosegretario».

Tra chi dice che l'operazione sia «funzionale al rimpasto» e chi azzarda previsioni sulle poltrone grilline traballanti, già da lunedì alcuni esponenti del governo «sotto esame» hanno chiesto di incontrare i parlamentari della «Commissione giudicante» per capire le intenzioni nei loro confronti. I primi ad avere un colloquio sono stati Simone Valente e Vincenzo Santangelo, entrambi ai Rapporti con il Parlamento e Luigi Gaetti, sottosegretario all'Interno. Seguiti ieri da tutti gli altri. Le relazioni dei sottosegretari sull'operato svolto fino ad ora, pronunciate nelle audizioni davanti ai parlamentari, saranno registrate e conservate in un archivio, i questionari anonimi compilati verranno consegnati a Luigi Di Maio.

Nel frattempo impazza il toto-nomi sui papabili «bocciati» che, viene spiegato dall'entourage di Di Maio, «non saranno automaticamente sostituiti soltanto in base alla valutazione dei parlamentari». I nomi a rischio sono Vittorio Ferraresi (Giustizia), Michele Dell'Orco (Infrastrutture e Trasporti) ed Emanuela Del Re (Esteri). La Del Re, prima delle elezioni politiche del 2018, era stata indicata da Di Maio come ministro degli Esteri nella squadra dei «fantaministri» grillini.

Con lei anche Giuseppe Conte, premier «sotto esame» da parte dei due vicepremier.

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