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Nuovi guai per il Pd, traballa pure Zingaretti

Il governatore del Lazio potrebbe dimettersi. ​La previsione di Storace: lascia l'8 aprile

Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti
Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti

La poltrona di Zingaretti scricchiola sempre più. Il governatore del Lazio potrebbe rassegnare presto le dimissioni, dopo la valanga giudiziaria che colpito il suo entourage. Ne è convinto il vicepresidente del Consiglio Regionale e segretario nazionale de La Destra Francesco Storace.

«Quelli che erano rumori di fondo alla Pisana, sono diventati pronostici - racconta - Ho sentito consiglieri di maggioranza e opposizione che parlavano di 8 aprile come data possibile per le dimissioni di Zingaretti. I bombardamenti giudiziari su Mafia Capitale punterebbero infatti a un'équipe non distante da lui». Non si esclude presto una nuova ondata di indagati proprio tra i corridoi della Regione.

«Il presidente - prosegue Storace - ha i nervi a pezzi dopo le dimissioni di Maurizio Venafro invischiato, secondo l'accusa, nel il tentativo di truccare una gara per il Cup. Zingaretti avrebbe dovuto partecipare alla conferenza stampa sugli atti aziendali delle Asl, con il ministro Beatrice Lorenzin. Ma lei non c'era e sembrerebbe sia stato Alfano a suggerirle di disertare l'incontro. Non sapendo come giustificare l'assenza, Zingaretti ha parlato di influenza per la ministra. Ma il governatore o racconta balle o è facile da prendere per i fondelli». La Lorenzin, infatti, è stata immortalata due sere fa con la Giannini al Maxxi, per siglare un'intesa sull'autismo. «Non sembrava certo malata - incalza Storace - Forse ora Zingaretti si scriverà una lettera per scusarsi, da solo, tanto alla Pisana sono di moda le autocertificazioni. La notizia dell'indagine a carico della direttrice della Centrale Unica per gli Acquisti, Elisabetta Longo, infatti, è stata smentita dalla stessa con lettera autoassolutoria e incenso da parte di Zingaretti. E poco importa che magari dovesse essere Pignatone a dirlo».

Il responsabile della Destra sottolinea di aver più volte chiesto al governatore le carte in Commissione bilancio proprio sulla gara del Cup, senza averle mai ottenute. «Eppoi - fa notare Storace - è curioso che nell'abito della stessa indagine, sia indagato il povero Venafro, che non ha firmato l'atto incriminato, ma non la persona che ha apposto la firma». Della stessa idea il capogruppo FI in Regione Antonello Aurigemma: «Questo nervosismo mostra la distanza tra la sinistra dell'inizio, quella dei “daje” facili e l'attuale, commissariata dall'alto e lontana dall'immagine che ha cercato di costruirsi a suon di proclami vuoti». Diversa musica si ascolta tra la maggioranza. «Zingaretti è tranquillissimo e battagliero - afferma un pidiessino - Storace cerca di occupare spazi in un centrodestra assente».

«Una follia, vuole solo dare fastidio», taglia corto un altro consigliere regionale. Altri fanno notare come il sindaco Ignazio Marino, la cui istituzione è stata ben più coinvolta in Mafia Capitale, sia ancora al suo posto. Bella consolazione.

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