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Dal governo 50 milioni per comprare il Sì degli italiani all'estero

Nell'ultima Stabilità spunta anche il "Piano straordinario" per la nostra cultura nel mondo

Dal governo 50 milioni per comprare il Sì degli italiani all'estero

In Svizzera il duello è fratricida: sono due gli eletti nella circoscrizione Estero, entrambi del Pd. Ed entrambi stanno battendo a tappeto le comunità italiane per spingerle a votare al referendum. Solo che uno, Alessio Tacconi, fa propaganda per il Sì, l'altro, Claudio Micheloni, tira la volata al No. Dopo la legge di Bilancio però, l'alfiere di Renzi avrà un'arma in più e non da poco: una bisaccia gonfia di euro. Nella manovra appena annunciata, il governo ha inserito anche uno stanziamento di 50 milioni dedicati, ha fatto sapere Palazzo Chigi, a promuovere un fantomatico piano straordinario per la promozione della scienza e della cultura italiana all'estero. Un progetto di cui non si sa nulla, tranne la cifra messa sul tavolo. Troppo poco per un serio piano di promozione del Made in Italy, ma una cifra appetibile se invece è una mancia da distribuire alle cordate che stanno lavorando alacremente per sostenere il Sì al referendum anche oltre frontiera.

Che per il governo la caccia ai voti «esteri» sia una partita importante, non c'è alcun dubbio. I residenti all'estero ufficiali, cioè iscritti all'Aire, sono 4 milioni e all'ultimo referendum hanno votato in 780mila. Ma si stima che per il referendum costituzionale si possa arrivare a un milione di voti. Un pacchetto che potrebbe fare la differenza. E tra l'altro il voto a distanza sarà espresso in anticipo di una ventina di giorni rispetto alla data del 4 dicembre, quando si apriranno le urne sul suolo patrio, e può partecipare solo chi si è registrato in anticipo. Ecco perché da settimane i big del Pd stanno andando in tournée presso le comunità italiane più numerose. Maria Elena Boschi ha trascorso cinque giorni in America Latina, provocando le proteste dei Cinque Stelle secondo cui, dietro la facciata degli incontri istituzionali, il ministro per le Riforme si è spesa in comizi tra i connazionali di Argentina, Uruguay, Brasile. Proprio come sta facendo un altro renzianissimo, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Sandro Gozi che, come riporta il sito web Linkiesta, ha tenuto una serie di incontri nel Regno Unito, il cui scopo vero è piuttosto evidente, visto che a Londra, dopo un incontro con il sindaco Sadiq Khan, ha «concluso la sua missione con un incontro con studenti e comunità italiana al Kings College per parlare del referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre». Versione ufficiale, riportato sul sito dell'ambasciata italiana a Londra. In Canada, accusano i grillini, l'ambasciatore è stato coinvolto in un convegno pro referendum organizzato dal Pd. Uso spregiudicato di soldi pubblici a fini elettorali, denunciano le opposizioni. Proprio come i 50 milioni per «la cultura italiana all'estero» inseriti nella manovra, laddove di solito si taglia e basta. Chissà che ora ad esempio non si riesca a salvare la «Casa Italia» di Lucerna, destinata a chiudere come già quella di Locarno.

Così oltre frontiera lo slogan renziano «Se voti No, non cambia nulla», cambia in «Se voti Sì, passi all'incasso».

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