Politica

Il governo agita la tagliola e i grillini assaltano il Colle

Il Pd impone il contingentamento del dibattito sul nuovo Senato, da varare entro l'8 agosto. Gli M5S marciano sul Quirinale ma Napolitano non li riceve

Forse lo leggeranno i figli sui libri di storia, i grillini su Wikipedia , i nipoti in qualche tweet reperto anzi scoria archeologica del Web. Roba cui dedicare dai venti secondi ai cinque minuti: «La marcia dei senatori sul Colle, sit-in contro l'odioso tiranno». Oppure: «Palazzo Madama, tragicomica finale» e sottotitolo: «Perché non rimpiangiamo, dopo duemila anni, la chiusura del Senato».

Gli interpreti vanno seguiti uno per uno, con il corredo di frasi tonitruanti che nascondono qualche mesta verità, tipo che l'Italia sarà pure al lumicino, ma la classe politica è alla canna del gas. Situazione esplosiva, dunque. Prendiamo il premier Matteo Renzi, che si trova nell'infelice situazione di dover cominciare a far vedere un risultato del promettente gran blabla con il quale ci ha rintronato. Avendo l'economia pessime proiezioni, diamo al popolo un po' di sangue: la morte del Senato. Da eseguire subito, prima dell'estate, chè altrimenti si fredda. Ergo, il premier: «Non molliamo, basta a chi dice sempre di no. Piaccia o no, noi lo facciamo». La ministra scelta per l'esecuzione è perfetta: bella, gelida e attaccabrighe, parla per tweet . Sincopi da boia: «O ritiro emendamenti o avanti: no ricatti. No stravolgimenti. Ultima parola ai cittadini, referendum comunque». L'aiutino-aiutone che arriva dal presidente Napolitano vale più di un grand guignol . Il capo dello Stato ha preso a cuore l'intento del promettitore, e fa di tutto per spianagli strada e nemici. Ultimo dei quali, reduce da solenne strigliata, il presidente senatoriale Grasso.

Prendiamo il deuteragonista. Quale frase di Beppe Grillo accompagna il momento storico sul Web? «Renzi ha ucciso la democrazia, ma noi non molliamo». I suoi parlamentari sono uno spettacolo nello spettacolo, ma ieri si sono superati. L'ennesima mattinata era andata sprecata, ennesima seduta sospesa, ennesimi ferri corti nella capigruppo - «Non si capisce se la Boschi è più inesperta o più in cerca di liti», la sintesi di Gasparri scritta dall'interno su Twitter -, la ghigliottina o tagliola che dir si voglia già annunciata (riforma da votare entro l'8 agosto, 115 ore in tutto), la Costituzione già strappata in aula, ed ecco serpeggiare tra ipad e iphone grillini la frenesia rivoluzionaria. «Basta, il Parlamento non conta più nulla, andiamo da Re Giorgio!». «Via dall'aula, tutti sotto il Quirinale per fare RESISTENZA!». Il tam-tam è contagioso, rimbalza alla Camera. I deputati si mettono in marcia, raggiungono i colleghi, le altre opposizioni prima cercano di evitare un Aventino un po' ridicolo, anche perché proposto dall'ex ppe Mauro e dall'ex piccì Mineo («Andate, resteremo noi qui a combattere», dicono Sel e Lega), poi cambiano idea. È fatta, ora è un festoso corteo di incazzati per i vicoli del centro che ne ha viste di tutti i colori (questa forse mancava) verso il Colle. Tutti si fanno selfie . Si fotografano e arrivano sotto il Quirinale al grido sommesso di «andiamo al Colle». S'uniscono i Fratelli d'Italia della Meloni, che pare non aspettassero altro. Non è una scampagnata né un pranzo di gala, come è chiaro dal sunto dei tweet : «Tagliola grave e irresponsabile. Decapitano la Costituzione, la stracciano, la mettono sotto i piedi, faremo le barricate». È il momento di Crimi: «Siamo al Quirinale, raggiungeteci contro il dittatore», scrive. D'altronde già in mattinata Morra era arrivato a scrivere: «Ormai non c'è proprio alcuna vergogna nell'esercitare l'abuso della forza. Renzi pensa che il Senato sia come Gaza».

Al Quirinale il colpo di scena: i capigruppo vengono ricevuti, ma dal segretario generale Marra che assicura il massimo interesse del Presidente per la vicenda. «Napolitano era leggermente indisposto», sfotte Grillo sul blog. Sullo sfondo, resta l'inadeguatezza del buon signore Grasso («Speriamo che il fine settimana porti consiglio»). E la sintesi di Calderoli: «Calpestato il buonsenso, entro l'8 agosto non ce la facciamo, matematico. Il momento è buio».

Spegnete la luce.

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