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Il governo approva il Def. Ci sono altri 8 miliardi di tasse

La stangata serve a scongiurare l'aumento dell'Iva Diesel a rischio rincaro. Lo spettro del salasso sulla casa

Il governo approva il Def. Ci sono altri 8 miliardi di tasse

Più tasse e più deficit per evitare l'aumento dell'Iva. La scure del fisco potrebbe colpire i carburanti e anche la casa. È questa la legge di Bilancio 2020 che si delinea in base alla bozza della Nota di aggiornamento del Def varata ieri sera dal Consiglio dei ministri.

Partiamo da quella che si preannuncia come l'unica nota parzialmente positiva. Su 30 miliardi complessivi di manovra 23,1 miliardi di euro saranno destinati a evitare l'innesco delle clausole di salvaguardia che avrebbero portato le aliquote Iva dal 22 al 25,2% e dal 10 al 13% dal prossimo primo gennaio. Non pare del tutto scongiurata, però, la possibilità che il prelievo possa essere variato a seconda del bene al quale l'imposta è applicata. «Esiste la possibilità di valutare la rimodulazione dell'Iva ma queste sono due cose distinte» rispetto alla sterilizzazione delle clausole, ha dichiarato il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri accennando anche al cashback, la restituzione parziale dell'Iva pagata con la moneta elettronica. La parte restante sarà dedicata ad «altri interventi». Tra questi un minitaglio del cuneo fiscale valutato allo 0,15% del Pil, che salirà a 0,3 nel 2021, ovvero circa 2,5 miliardi nel 2020 e 5 miliardi nei prossimi due anni. Il che significa che l'intervento sarà minimo, perché molto probabilmente partirà nel secondo semestre dell'anno prossimo e riguarderà solo i redditi molto bassi. Confermato anche il bonus asili per i meno abbienti.

Come si finanzierà questo intervento? Il governo intende utilizzare margini di flessibilità sui conti per circa 14 miliardi, all'incirca lo 0,7% del Pil. La differenza tra indebitamento programmatico e tendenziale è di circa 0,83 punti di Pil (da 1,4 a 2,2%) , corrispondenti all'effetto espansivo della manovra stessa come ha chiosato Gualtieri che si è detto «fiducioso» nell'interlocuzione con la Commissione europea.

Un dialogo che sicuramente partirà in salita giacché non solo l'obiettivo di indebitamento netto nominale per il 2020 sale dal 2,1 al 2,2% del Pil, ma anche perché il saldo strutturale peggiora. La stima della crescita economica per l'anno prossimo, inoltre, è stata abbassata al +0,6% dal +0,8% di aprile. A questo si aggiunge un rapporto debito/Pil che sale dal 134,8% dell'anno scorso al 135,7 quest'anno per abbassarsi al 135,2 nel 2020. Solo nel biennio 2021-2022 si dovrebbe scendere rispettivamente al 133,4 e al 131,4% per effetto di una crescita stabile e rivista al rialzo all'1 per cento.

Le note dolenti provengono dalle nuove misure di contrasto all'evasione e alle frodi fiscali, nonché dagli interventi per il recupero del gettito tributario anche attraverso una maggiore diffusione dell'utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili, per un incremento totale del gettito pari a 0,4 per cento del Pil (circa 7 miliardi di euro), mentre altri 1,8 miliardi, invece, dovrebbero arrivare dalla riduzione dei sussidi ambientali dannosi tra i quali rientrano le accise differenziate sul diesel e i sussidi per gli autotrasportatori. Il governo intende «lanciare un grande patto per modernizzare il sistema dei pagamenti e facilitare la tracciabilità dei pagamenti concorrendo al recupero dell'evasione», ha spiegato Gualtieri preannunciando la stangata prossima ventura. Tra i 23 disegni di legge che saranno collegati alla manovra, oltre a quello di natura fiscale, è inoltre previsto quello sulla riforma del catasto che, nella versione che fu stoppata da Renzi nel 2015, prevedeva un raddoppio di Imu e Tasi in base ai valori aggiornati ai prezzi di mercato. Confedilizia è già sulle barricate.

Molto ottimistiche, invece, appaiono le stime di una minore spesa per interessi sul debito pubblico di 6 miliardi di euro.

Senza miracoli dello spread, saliranno le tasse.

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