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Il governo corre ai ripari sui terremotati

Ma per il Censis l'80% della popolazione si sente abbandonata dallo Stato

Il governo corre ai ripari sui terremotati

Roma - Il governo non si è dimenticato di Amatrice. Il messaggio che ieri è arrivato dal ministero dello Sviluppo economico è più o meno questo. Affidato a un comunicato un po' burocratico. «Facendo seguito ai numerosi interventi che negli ultimi giorni hanno posto dubbi sulla struttura delle misure dirette a garantire, nelle zone del sisma del centro Italia, l'esenzione da tasse e contributi, si conferma che la fruizione dei benefici previsti dalla normativa potrà avvenire, per ciascun destinatario, nella misura del 100% per ogni singola annualità».

Il riferimento è alla circolare uscita il 4 agosto sulle agevolazioni a favore delle imprese che si trovano nella zona del sisma che ha colpito il Centro Italia.

Il dicastero guidato da Carlo Calenda chiarisce che «le percentuali che erano indicate nel documento dello stesso ministero, «costituiscono limiti complessivi di copertura come previsti dalla norma e non già limiti di fruizione individuale». Per chiarire meglio anche all'amministrazione fiscale, uscirà un'altra circolare.

La precedente era stata interpretata (anche dal governo) come una limitazione all'azzeramento di tasse e contributi per due anni promesso dopo il sisma. Non il 100%, ma il 39% dell'importo dell'agevolazione concessa nel 2017. Un limite, chiarisce oggi il Mise, che riguarda la copertura.

Fraintendimento facilitato dal clima, che resta teso a un anno dal sisma, come ha certificato ieri il Censis. Secondo l'80% degli oltre 120 amministratori locali del cratere del terremoto del 24 agosto 2016 interpellati dalla Fondazione Aristide Merloni e dal centro studi, «le istituzioni continuano a fare promesse che finiscono per non essere mantenute e questo alimenta un senso comune di sostanziale abbandono da parte dello Stato».

Per oltre il 90% degli intervistati, «le nostre comunità stanno resistendo bene in condizioni difficili e buona parte di questa capacità di resistenza dipende dalla sensazione di non essere stati lasciati soli dai privati e dalle organizzazioni che sono arrivate subito dopo il terremoto». Oltre il 75% degli intervistati ritengono che «la traccia sottile e sotterranea che rischia di minare il nostro sviluppo nel medio periodo è la tentazione della modernitá. I giovani che si sono spostati nelle città o lungo le coste rischiano di perdere quelle radici montane e contadine che sono la nostra storia e la nostra forza». Le indagini del Censis continueranno.

Il 24 di ogni mese sarà pubblicato un report.

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