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Il governo dà la mancia ai clienti di Etruria & C

Fiducia del Senato al decreto: si allarga la platea degli obbligazionisti che possono chiedere un rimborso. Ma gli indennizzi saranno tassati

Il governo dà la mancia ai clienti di Etruria & C

Il governo ottiene la fiducia del Senato sul decreto banche. Non quella dei clienti dei quattro istituti che hanno perso i risparmi dopo il salvataggio. Ieri il provvedimento approvato dal consiglio dei ministri alla fine di aprile è approdato all'Aula del Senato dopo l'esame in commissione Finanze. Il passaggio a Palazzo Madama ha modificato il testo del governo con degli emendamenti che sono stati presentati come un allargamento della platea degli interessati alla restituzione diretta dei soldi investiti nei bond di CariFerrara, CariChieti, Banca Marche e Banca Etruria. Ma che secondo gli stessi risparmiatori modificano poco.

Il tetto del reddito annuo a 35mila euro lordi, entro il quale i risparmiatori avranno diritto al rimborso diretto dell'80 per cento di quanto perduto non riguarderà più il reddito lordo ma il «reddito complessivo». Si escludono in questo modo dal conteggio alcune voci come il Tfr, gli arretrati sugli stipendi o i redditi finanziari. Inoltre l'anno di riferimento, per i redditi, non è più il 2015 ma il 2014. Si prevede poi che i cittadini abbiano a disposizione sei mesi, e non più quattro, per avanzare la richiesta di rimborso.

Le richieste dei risparmiatori erano più incisive. Riguardavano un innalzamento del tetto di reddito, il raddoppio dei tetti in caso di conti cointestati, per citare quelle più realistiche. Non è stata accolta una modifica attesa, quella che prevedeva che i rimborsi non fossero tassati in alcun modo.

Le modifiche «non sono sufficienti. Il consumatore viene ancora di fatto costretto a rinunciare ai suoi diritti», ha commentato Massimiliano Dona, segretario dell'Unione nazionale consumatori.

Il via libera del Senato è arrivato senza problemi, con 169 sì e 70 voti contrari. Favorevoli alla fiducia Pd, Ap e Ala. Contrari Lega, M5S, Sel e Forza Italia. Ora il provvedimento passa alla Camera.

Il maxi-emendamento del governo ha modificato anche altre parti del provvedimento. Ad esempio quello sull'accelerazione del recupero dei crediti. Sul «patto Marciano», l'imprenditore che abbia già rimborsato l'85% del finanziamento ricevuto, avrà 12 mesi e non più nove per sanare.

La vicenda delle banche fallite agita la politica. Le accuse alla Vigilanza diventano esplicite anche in settori del governo. Il viceministro dell'Economia Enrico Zanetti, ha detto che il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, «Non andandosene danneggia l'istituzione». Per il segretario di Scelta Civica «va preservata la credibilità delle istituzioni come la Consob e a volte questo avviene anche facendo passi indietro». A chiedere le dimissioni era stata a Report, mostrando una lettera in cui Vegas avrebbe chiesto di eliminare gli «scenari probabilistici» nei prospetti informativi delle obbligazioni.

Vegas ha respinto ogni accusa, dicendo che nè la normativa italiana nè quella europea prevedono obblighi in merito.

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