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Governo e sinistra esultano per un caso che snobbavano

Fino a ieri la vincenda dei marò era considerata un fastidio. Ieri invece Renzi ha telefonato a Girone per poi farsi immortalare in un tweet. Senza pudore

Governo e sinistra esultano per un caso che snobbavano

La questione marò nell'era renziana è stata trattata da tanti come un fastidio, da altri ancora come lo striscione del Campidoglio che ne invocava il rientro: non è stato tolto, solo messo da una parte, trasferito dalla facciata principale del palazzo comunale a quella laterale, semi nascosto come un parente scomodo. Almeno fino a ieri.

Ora che nella vicenda pare aprirsi un vero spiraglio fioccano le prese di posizioni, le esclamazioni di gioia, la soddisfazione postuma, gli inni alla lungimiranza di un governo cui può essere riconosciuto un solo merito: aver finalmente imboccato la strada dell'arbitrato, invocata già da gennaio 2013 da chi aveva davvero a cuore la sorte dei fucilieri italiani e soprattutto la soluzione di un'ingiustizia che trasmetteva un'immagine umiliante dell'Italia e della sua incapacità di agire sul piano dei rapporti internazionali. «Letta assente, da Renzi tante chiacchiere, ma almeno ha avviato l'arbitrato che chiedevamo da tre anni - è il giudizio amaro del generale riservista Fernando Termentini, uno degli animatori più instancabili della campagna per i marò. - adesso chi si disinteressava della vicenda la rivendica come un successo personale. Almeno ci siamo tolti la soddisfazione di veder smentite le sciocchezze dell'ex inviato speciale Staffan De Mistura secondo cui con l'arbitrato ci sarebbero voluti decine di anni».

Ieri il premier, di recente molto impegnato nella ricerca di medaglie da appuntarsi sul petto, ha dato via a una serrata offensiva mediatica per gloriarsi del ritorno di Girone, a partire dalla pubblicazione via Twitter della foto di spalle, una scopiazzatura dello stile Obama, mentre telefona a Girone dalla sala Clemente VIII di Palazzo Vecchio, suo ex ufficio di quando era sindaco di Firenze. «Ho parlato con il marò che potrà rientrare in Italia - ha poi riferito ai giornalisti - è una straordinaria notizia, un risultato a cui abbiamo lavorato con determinazione».

E dopo tanto silenzio, rotto solo dai fischi per i marò durante le cerimonie del 25 aprile, si sono tempestivamente accodati i parlamentari della maggioranza che improvvisamente cantavano ieri in coro. Enfatico il presidente della commissione Difesa del Senato Nicola Latorre, che almeno aveva seguito il caso: «Il rientro in Italia di Girone è una bellissima notizia che premia il lavoro straordinariamente positivo del governo ma anche di tutto il Parlamento e delle forze politiche che, pur da diversi punti di vista, hanno supportato l'iniziativa italiana». Giocondo il vice segretario del Pd Lorenzo Guerini su Twitter: «Splendida notizia il rientro in Italia di #Girone durante arbitrato. Grazie a sapiente tenacia del governo e di tutte le istituzioni». Precedenti dichiarazioni rintracciabili di Guerini durante i quattro anni di stallo e brutte figure? Zero. Commossa Marietta Tidei, deputata del Pd e membro della commissione Esteri della Camera: «La decisione del Tribunale dell'Aja che ha accolto le richieste del governo italiano, permettendo a Salvatore Girone di poter rientrare in Italia fino alla conclusione dell'arbitrato, è motivo di gioia e di soddisfazione: finalmente potrà ritornare a casa e riabbracciare i suoi familiari». Esternazioni precedenti? L'ultima, di generica solidarietà, risale a dicembre 2014.

Convertita Dorina Bianchi. Ieri da parlamentare Pd ha twittato così la sua incontenibile soddisfazione: «Il rientro di Girone è un successo della diplomazia #bentornato. Italia sempre con i Maró». Nel 2013, da parlamentare del Pdl all'opposizione, nell'unica sua dichiarazione rintracciabile sull'argomento, tuonava contro il governo dell'epoca e la politica tutta: «Il modo in cui sono state condotte le trattative con l'India, su una controversia estremamente delicata, mostra infatti tutta l'inadeguatezza politica e diplomatica messa in campo»

Twitter: giuseppemarino_

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