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Il governo esce fuori strada: salta il bollo sulle Statali

Prima l'idea di far pagare una tassa per la rete Anas poi la smentita del ministero: «Non c'è alcuna ipotesi»

Il governo esce fuori strada: salta il bollo sulle Statali

In Italia come in Austria o in Svizzera, con la «vignette» acquistata in tabaccheria e attaccata al parabrezza dell'automobile per potere circolare. Una versione un po' autolesionistica di quella tedesca, visto che anche in Germania il governo vuole introdurre una nuova tassa di circolazione, ma la vuole limitare agli stranieri.

Il progetto che circola al ministero dell'Economia punta invece a fare pagare un balzello extra agli italiani. Un bollo aggiuntivo per potere circolare nelle strade gestite dall'Anas. Quindi quasi tutte, tranne le autostrade per le quali già si paga il pedaggio alle varie società concessionarie.

L'altra anomalia è proprio questa. Il pedaggio per transitare sulle migliori strade già si paga. Il piano del governo è rendere a pagamento anche le altre, poco importa che siano poche quelle con dignità di autostrada. Praticamente solo il Gra di Roma e la Salerno Reggio Calabria che è stata rimodernata da poco.

Ieri ne ha parlato il quotidiano il Messaggero. Idea spuntata in questi giorni in mezzo a tante altre proposte tutte tese a fare cassa in vista della manovra da 3,4 miliardi di euro chiesta dall'Unione europea. Ma in questo caso l'obiettivo è diverso e duplice: sostenere finanziariamente l'Anas e poi fare uscire lo stesso ente nazionale per le strade dal perimetro della pubblica amministrazione. Quindi sottrarre un segno meno dal debito e dal deficit pubblico.

L'ennesima conferma che dalle parti del governo, in particolare al ministero dell'Economia e della Ragioneria dello Stato, i conti li sanno fare. Bravissimi ad appesantire le entrate dello Stato, molto meno a capire gli umori degli italiani. Indigeribile l'idea di una tassa per transitare su strade già costruite e finanziate con le tasse.

Non è un caso che ieri a strettissimo giro di posta sia arrivata una secca smentita dal ministero delle Infrastrutture. «Non c'è allo studio alcuna ipotesi di bollo stradale aggiuntivo che riguardi le strade Anas».

Ma l'idea del pedaggio c'è eccome. Rafforzata (giustamente) da quando è stata completata la Salerno-Reggio Calabria, oggi una autostrada a tutti gli effetti, migliore di certi tratti dell'A1, ma ancora gratuita e quindi a carico dei contribuenti anche nella manutenzione. Complicato darla in concessione. Serve una gara.

L'idea che resta in campo è quella vecchia di circa dieci anni del «pedaggio ombra», cioè, destinare parte delle accise sui carburanti all'Anas. A riproporlo era stato il ministro in carica Graziani Delrio ai tempi del governo Renzi. Progetto respinto dal ministero dell'Economia.

Comunque servono 2,3 miliardi da destinare alla cura delle strade. Una manovra di tutto rispetto, per sostituire i trasferimenti dello stato all'Anas con una specie di tassa di scopo. E poi dare libertà all'ente di indebitarsi senza che la cifra finisca nella contabilità pubblica.

Da soli, tanto per capire, i trasferimenti all'Anas valgono i due terzi della manovra che ci chiede l'Europa per correggere il deficit eccessivo. Ma, in realtà, scorporare l'Anas porterebbe vantaggi un po' più limitati alle casse pubbliche. Ogni anno 3-400 milioni di euro in meno nel deficit. Il «deconsolidamento» Anas varrebbe però circa 4 miliardi in meno sul debito pubblico.

Tutto quadra, dal punto di vista dei tecnici del ministero dell'Economia. Niente quadra per i politici. La «vignette» per le strade statali sarebbe un autogol che nemmeno un governo di transizione come quello Gentiloni si può permettere.

E anche di pedaggio ombra, visto il clima del Paese, meglio non parlare.

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