Economia

Il governo fa marcia indietro sui Pos

Caos sull'Rc auto «familiare». E serve un miliardo per Popolare Bari

Il governo fa marcia indietro sui Pos

Un'altra retromarcia, l'ennesima nel complesso rebus della manovra. Ieri il dl fiscale collegato alla legge di Bilancio è ritornato in commissione per un'ulteriore messa a punto prima del via libera di Montecitorio con fiducia entro la fine della settimana. Nel frattempo, sono stati approvati alcuni emendamenti destinati a non perdere il consenso. Tra questi il più significativo riguarda la stretta sui Pos, perché non ci saranno multe per i commercianti che non accettano pagamenti elettronici, dotandosi dello strumento. Slitterà anche, dal primo gennaio al primo luglio, la lotteria degli scontrini. Tanto M5s quanto la Lega hanno celebrato l'evento, segnale dell'immane confusione che regna sovrana. «L'ennesima promessa mantenuta», ha commentato Luigi Di Maio. «Merito del nostro pressing», hanno ribattuto dal Carroccio.

Un'altra diatriba si è scatenata a causa dell'emendamento del sottosegretario pentastellato al Mef, Alessio Villarosa, sull'Rc auto. «Se in una famiglia si ha la disponibilità di un veicolo assicurato in prima classe, tutti gli altri componenti del nucleo familiare potranno fruire della prima classe su qualsiasi altro veicolo, anche moto e scooter», ha dichiarato. Immediata la levata di scudi del'Ania, l'associazione delle imprese assicuratrici, già «tormentata» dal Movimento con il ddl sulla tariffa unica. «È una vittoria di Pirro», ha commentato Ania aggiungendo che «questa disposizione, se definitivamente approvata, condurrebbe a conseguenze davvero distorsive per la sostenibilità del sistema assicurativo della Rc auto, a danno di tutti gli utenti», cioè un aumento generalizzato dei premi.

Tra le altre modifiche al dl fiscale occorre ricordare lo slittamento dal 23 luglio al 30 settembre per lapresentazione del modello 730 con un ampliamento della platea dei contribuenti che potranno utilizzarlo. Non si è invece ancora placata la polemica sull'emendamento che escludeva le fondazioni politiche dall'equiparazione ai partiti negli obblighi di rendicontazione dello Spazzacorrotti. Si è in attesa di un nuovo testo. Italia Viva aspetta al varco Pd, Leu e M5s che, dopo aver votato sì, s'è rimangiato la decisione. La norma potrebbe essere stralciata per approvarla con modifiche nel primo provvedimento utile.

Non minore è l'entropia a Palazzo Madama dove l'approdo della legge di Bilancio in Aula è slittato al 9 dicembre. Per il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri (in foto), i grattacapi sono doppi. Da una parte c'è da sciogliere il nodo delle coperture non solo sulla modifica di plastic tax e prelievo Irpef sulle auto aziendali, ma anche sull'emendamento annunciato da M5s (400 euro di bonus per il latte artificiale).

A questo si aggiunge l'inserimento di una cornice normativa per consentire il salvataggio di Popolare Bari con un miliardo di capitale che si potrebbe reperire tra Fondo interbancario di tutela dei depositi (che si riunisce domani) e, forse, il Mediocredito Centrale.

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