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Il governo fa retromarcia sul patto con le Ong

Minniti: non necessari agenti a bordo. Juncker promette: "Pronti 100 milioni e task force"

Il governo fa retromarcia sul patto con le Ong

Roma - Stop and go. Jean-Claude Juncker, presidente della Ue, promette soldi e aiuti all'Italia per l'immigrazione: «Pronti 100 milioni e una task force». Gentiloni fa lo scettico: «Speriamo che alle parole seguano i fatti». E il governo intanto fa un passo indietro sul codice di comportamento delle Ong. Mano morbide. Se in un primo momento, dopo l'approvazione da parte della Commissione europea, il messaggio che arrivava dal ministro Marco Minniti era di totale intransigenza («chi non firmerà il codice non potrà entrare nei porti italiani»), ora il Viminale cede il passo a possibili aperture.

Nel corso dell'incontro di ieri tra il prefetto, i rappresentanti dei vari ministeri e della cooperazione internazionale è stato stabilito che le Ong potranno presentare emendamenti di cui si discuterà venerdì nel corso di una seconda riunione. Voci di corridoio parlano, in particolare, di possibili modifiche al punto relativo alla presenza, a bordo delle navi, di agenti di polizia giudiziaria. Alcune organizzazioni, infatti, hanno spiegato che, da statuto, non possono consentire che ciò avvenga. L'incontro è avvenuto in un clima «di comune collaborazione» e da un primo bilancio pare che anche le Ong estere, tra le quali Moas, Sos Mediterranée e altre, potrebbero decidere di attenersi alle regole dettate dal Viminale, a patto che il governo prenda in considerazione le modifiche da loro suggerite. Pare, infatti, che quasi tutti siano disposti a collaborare decidendo di non entrare più in acque territoriali libiche, in modo di consentire alla guardia costiera di quel Paese di fare il suo lavoro. I punti più critici su piatto restano, comunque, le eventuali sanzioni, visto che è stato fatto presente che il rifiuto di far sbarcare migranti soccorsi in mare nei porti potrebbe costituire una grave violazione del diritto internazionale. Minniti d'altronde ha chiarito che «un Paese serio prende tutte le misure per coniugare salvezza delle vite ed esigenze di sicurezza». Il tutto nel giorno in cui arriva la proroga, fino al 31 dicembre 2018, dell'operazione «Sophia» e di «Triton», gestita da Frontex.

L'Alto commissario per la politica estera, Federica Mogherini, ha chiarito: «Nei prossimi giorni inizieremo la revisione del piano operativo per includere nuovi compiti tra cui il rafforzamento della responsabilità condivisa tra gli Stati membri». Intanto giunge la notizia che la Libia sarebbe pronta a gestire la sua area Sar (di ricerca e salvataggio) e ad assumerne il controllo con l'aiuto dell'Italia. I migrati rimpatriati dagli uomini addestrati nel nostro Paese, in una sola giornata, sono circa 3mila.

Un dato che fa capire come, con la dovuta organizzazione, forse il compito delle Ong, in futuro, possa anche essere vanificato.

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