Economia

Con il governo gialloverde l'Italia ha perso 198 miliardi

Lo studio della Fondazione Hume: dalle elezioni a oggi bruciato già il 10% del Pil. I danni a famiglie e imprese

Con il governo gialloverde l'Italia ha perso 198 miliardi

Quanto è costato il governo gialloverde finora? Una montagna di soldi: 198 miliardi, più del 10% del Pil italiano. In realtà, ad essere più precisi, il calcolo che porta a quella cifra parte dalle elezioni di marzo e valuta il costo dell'incertezza politica generata dall'esito elettorale, poi dal programma di governo sottoscritto da Lega e M5s, e quindi dalle mosse vere e proprie dell'esecutivo Conte fino ad oggi. Lo studio (titolo: «Di quanta è diminuita la nostra ricchezza dopo il voto di marzo?») è liberamente consultabile sul sito della Fondazione Hume, ed è firmato dal sociologo Luca Ricolfi insieme a Rossana Cima e Caterina Guidoni. I tre studiosi partono da una constatazione: «È strano, ma a nostra conoscenza nessuno ha ancora provato a calcolare quanto, complessivamente, ci è finora costata l'incertezza politico-finanziaria che si è instaurata in Italia dopo le elezioni del 4 marzo 2018».

Ma come si fa a quantificarlo? I parametri individuati nell'analisi sono tre. Primo, la variazione della capitalizzazione del mercato azionario italiano prendendo come campione le società quotate. Poi, indicatore legato allo spread, la variazione del valore dei titoli di Stato detenuti da individui e operatori residenti in Italia. Infine, il deprezzamento dei titoli di debito del mercato obbligazionario italiano.

Avvertenza: è chiaro che le perdite, essendo legate alle fluttuazioni del mercato (azionario e obbligazionario) vanno considerate virtuali, perché nulla esclude - come premettono gli autori - che possano rientrare o persino tramutarsi in guadagni «ove la situazione economica e le valutazioni dei mercati nei prossimi mesi o anni dovessero evolvere positivamente». Ma nulla toglie, allo stesso modo, che i valori negativi peggiorino e la quantità di soldi persi (da aziende e detentori italiani dei titoli di debito pubblico e obbligazioni) lieviti ancora di più.

Comunque, restando al conto fatto con i valori attuali, il saldo è molto pesante. E c'è da considerare che nella stima totale non sono state calcolate le perdite di valore dei titoli di Stato detenuti dalla Banca d'Italia e dagli investitori esteri, i maggiori oneri per gli interessi sul debito pubblico, e le perdite di società non quotate. Per questo il team di Ricolfi sottolinea che «tutte le stime sono prudenziali: è ragionevole pensare che le perdite effettive siano state maggiori di quelle da noi stimate».

Ma vediamo i conti. Come detto, vengono distinti tre periodi. Quello delle consultazioni alla ricerca di una maggioranza dall'inizio di marzo fino al 31 maggio. Poi quello dell'insediamento del governo (1 giugno), per finire con la fotografia della situazione al 19 ottobre usando come pietra di confronto il 28 febbraio scorso. Ebbene, nel primo periodo, quando non era ancora chiaro chi avrebbe governato e con quali programmi, si è registrato un crollo dei titoli di Stato (perdite per 52,9 miliardi) e delle obbligazioni (24,7 miliardi), e più contenuto anche dei valori azionari (13,7 miliardi). A partire dall'insediamento del governo M5s-Lega, fino ad ottobre, si osserva invece un tracollo della Borsa che perde 54 miliardi, mentre è continuata la fuga dai titoli di Stato (altri 35,6 miliardi) e dalle obbligazioni (17 miliardi).

Questo porta alla cifra totale di 198 miliardi di euro «bruciati» dalle elezioni fino a questo momento, di cui 107 miliardi dal momento in cui Conte, Di Maio e Salvini hanno giurato al Quirinale. Il totale salirebbe a oltre 300 miliardi se si prendono in considerazione anche i Btp detenuti da Bankitalia e operatori stranieri.

Ma gli autori provano anche a calcolare le perdite subite da famiglie e imprese, «considerando esclusivamente quella parte della ricchezza finanziaria di famiglie e imprese che è più sensibile alle fluttuazioni di mercato, in particolare titoli del debito pubblico, obbligazioni, quote di fondi comuni, azioni e altre partecipazioni incluse le società non quotate». Un calcolo che restituisce perdite, per famiglie e imprese, di almeno 122 miliardi dalla data del voto, di cui 68 dal momento dell'insediamento del governo. Ed è la simulazione considerata più ottimistica.

Insomma il governo del cambiamento, finora, presenta un conto salatissimo.

Commenti