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Renzi riscrive la manovra: "La plastic tax non passerà"

Renzi riscrive la manovra: "La plastic tax non passerà"

Non è bastata la concessione del governo alle posizioni meno filo tasse della maggioranza, con i ritocchi a plastic tax e auto aziendali. Italia viva di Matteo Renzi ha rilanciato ottenendo modifiche radicali al capitolo fiscale della legge di Bilancio.

Nel maxiemendamento alla manovra presentato dall'esecutivo in commisione Bilancio del Senato, la plastic tax è stata ridotta da un euro a 50 centesimi al chilo. Riviste anche le altre misure più criticate.

Ma ieri al Senato (significativamente il ramo del Parlamento più difficile per l'esecutivo) Italia viva di Matteo Renzi è tornata all'attacco, presentando un subemendamento nel quale è tornata a chiedere l'abrogazione totale della tassa s contenitori e imballaggi di plastica. Criticatissima dal mondo economico che - di nuovo non per un caso - ieri si è rifatto sentire per condannare la stangata eco-fiscale. Uno tra tutti, Maurizio Casasco, presidente di Confapi secondo il quale ci sarà un aumento del 50% sul costo della materia prima per le piccole imprese, con un «impatto dirompente» su tutta l'industria.

Il governo aveva trovato una soluzione di compromesso nel dimezzamento dell'imposta e nell'esclusione totale della plastica compostabile e riciclabile. Soluzione difesa dal M5s, principale fautore della tassa di scopo anti plastica, ma anche dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri che alle nuove entrate ha affidato una buona parte della coperture della manovra.

Italia Viva in mattinata ha annunciato la presentazione di un sub emendamento totalmente abrogativo tassa sulla plastica, ma anche sulle auto aziendali. Senza rinunciare alla cancellazione della sugar tax.

Annuncio seguito da una presa di posizione del leader Matteo Renzi via Twitter. «Le tasse contro la plastica e lo zucchero funzionano mediaticamente per i populisti. Ma sono un autogol per le aziende del settore. Se vuoi ridurre la plastica, incentiva la trasformazione ecologica».

La risposta del governo non è stata una chiusura, magari blindando il maxiemendamento, ma quella che lo stesso premier Giuseppe Conte ha tenuto a definire la ricerca di una sintesi. Prima è stato convocato un vertice di maggioranza al Senato. Durato poco perché gli esponenti di Italia Viva hanno abbandonato il tavolo della manovra a Palazzo Madama. Poi un incontro a Palazzo Chigi, questa volta con il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, appena tornato dall'Ecofin.

Un secondo round al termine del quale è stato annunciato un altro giro di incontri, ma che è stato più favorevole alle posizioni di Italia viva.

Sulle auto aziendali in serata il ministero dell'Economia già calcolava un gettito zero. In sostanza o l'abrogazione di tutta la norma oppure un insieme di incentivi e disincentivi che ne neutralizzi gli effetti finanziari. Possibile un destino simile per la sugar tax, le cui entrate sono molto limitate.

Che il pressing dei renziani sia stato alla fine efficace lo dimostra la comunicazione arrivata ieri sera da Palazzo Chigi. «Tutti d'accordo che va fatto un ulteriore sforzo per ridurre la tassazione. In particolare il presidente» Conte «ha chiesto alle strutture del Mef e alla Ragioneria di fare un ulteriore sforzo affinché quella che è gia adesso è una manovra che non aumenta la tassazione, non possa essere distorta per un paio di limitate misure collegate a tasse di scopo».

La legge di Bilancio, insomma, va riscritta.

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