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Il governo requisisce le case e i sindaci alzano le barricate

I Comuni si ribellano contro i possibili espropri per ospitare gli immigrati. Altra iniziativa: profughi negli hotel di Venezia per ripagare gli albergatori in crisi

Il governo requisisce le case e i sindaci alzano le barricate

Sarà che i prefetti non sanno più che pesci pigliare per gestire l'emergenza immigrazione ma il diktat di quello di Brescia ha dell'incredibile: «Sono pronto a requisire luoghi pubblici e privati per dare ospitalità agli stranieri». Ultimatum che ha fatto arricciare il naso a molti sindaci, uno dei quali ha preso carta e penna e rispedito al mittente la minaccia: «La diffido a requisire qualsiasi struttura/immobile comunale e/o privato sul territorio del Comune - scrive Andrea Bianchi, sindaco di Trenzano - senza l'indispensabile preventivo consenso del legittimo proprietario». Nervi a fior di pelle e la situazione, visti i continui sbarchi, non potrà che peggiorare.

L'escalation parte il 19 agosto scorso quando il viceprefetto Salvatore Rosario Pasquariello convoca gli amministratori locali per aggiornare la lista dei posti disponibili in provincia. Sono già stati individuati 347 letti sparsi sul territorio: 12 a Calvagese della Riviera, 50 all'asilo notturno Pampuri di Brescia, 12 alla Caritas di Boario, più di cento sparpagliati in 4 hotel di Brescia e così via. Offerta troppo bassa rispetto all'invasione in atto e la prefettura cerca in tutti i modi di convincere i sindaci che «immigrato è bello». Senza esito. Così, il 20 agosto, parte la circolare, accompagnata da un articolo di un giornale locale in cui si dice che «Il rifugiato non ruba lavoro. Lo crea». È l'opinione del presidente di una onlus che dà ospitalità agli stranieri e che il prefetto fa propria per persuadere i sindaci a spalancare le proprie porte ai nuovi arrivi. Ma la minaccia è questa: «La situazione che si sta delineando... potrebbe costringere già nell'immediato quest'ufficio ad adottare soluzioni che consentano di affrontare l'emergenza... consistenti nell'adozione di provvedimenti di requisizione d'urgenza di idonee strutture... ex art. 2 del T.U.L.P.S.».

In pratica requisire alberghi e/o appartamenti di privati sfitti per metterci i profughi. Il più lesto a ribellarsi all'ipotesi è il sindaco di Trenzano che ha già risposto «picche» via lettera: «Sia permesso rammentare alla S.V. che, secondo quanto disposto nella Costituzione... la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge e può essere, solo nei casi previsti dalla legge e salvo indennizzo, espropriata per motivi di interesse generale. Nella fattispecie non si ravvede quale interesse generale italiano... possa giustificare requisizioni di strutture pubbliche e/o private a italiani». E ancora: «Ci sono italiani, imprenditori, artigiani ed operai, sull'orlo della disperazione, alcuni dei quali suicidi, a causa della gestione folle di questo Stato...».

Se il prefetto di Brescia minaccia espropri, quello di Venezia va in ginocchio da Federalberghi per avere la lista di «strutture di modeste dimensioni e di categoria medio-bassa» dove poter piazzare un po' di stranieri. In fondo, è il ragionamento del prefetto, con 35 euro al giorno per ogni immigrato, gli albergatori potrebbero rifarsi di una stagione opaca visto il clima. Nel nordest, è vero, ha piovuto moltissimo; ma sul fronte delle polemiche è addirittura prevista grandine. Il senatore della Lega, Raffaele Volpi, invoca il «fronte comune»: «Tutti i sindaci si ribellino a questa politica sciagurata». Mentre il deputato bresciano Davide Caparini tira in ballo Alfano: «Ennesimo caso in cui il prefetto da inutile diventa dannoso.

E non potrebbe essere differentemente dato che è la longa manus del ministro che un giorno promette di sospendere la raccolta dei clandestini sulle coste del Mediterraneo e il giorno dopo fa un decreto per finanziare con altri 130 milioni di euro Mare Nostrum».

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