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Il governo riscrive il Pnrr. Fitto: "Salviamo i progetti"

Modificati 144 obiettivi su 349, fuori nove misure Il ministro: "Confronto serio e costruttivo con l'Ue"

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«Non stiamo eliminando i progetti», ripete con insistenza il ministro Raffaele Fitto in conferenza stampa a presentare la proposta di revisione del Pnrr, con l'aggiunta del Repower Eu, il capitolo sulla transizione green. Anzi, «li stiamo salvaguardando», perché «rischiano di non essere spesi, o rendicontati, o addirittura ritenuti non ammissibili». Lo dice più volte «per evitare polemiche» sul documento con cui il governo italiano di fatto riscrive il Piano ereditato dal governo Draghi e frutto delle scelte dell'ex premier Conte, che aveva chiesto all'Ue il massimo possibile della quota di finanziamenti a debito, e quella di risorse a fondo perduto: 191 miliardi di euro da spendere entro il 2026. Vengono spostati interventi - «e non cancellati» - spiega ancora il ministro, sui fondi di coesione che hanno scadenze più lunghe, al 2029. Chiede all'opposizione collaborazione, perché «un eventuale insuccesso sarebbe una sconfitta per l'Italia». Il governo modifica 144 progetti dei 349 da realizzare entro il 2026. Vengono eliminate dal Pnrr nove misure per un totale di 15 miliardi e 890 milioni: saranno definanziate e rifinanziate con altre fonti di finanziamento, il Piano nazionale complementare al Pnrr, che vale 30 miliardi, e i fondi delle politiche di coesione. «L'alternativa - dice Fitto - è lasciare tutto così come sta, così tra un anno ci diranno che non abbiamo speso i soldi. Abbiamo 2-3 mesi di confronto con la Commissione per costruire l'alternativa. Non decidiamo da soli». Il timore è che Bruxelles possa poi revocare i finanziamenti di fronte a interventi non ammissibili o che non possano essere completati, e ce «ne sono parecchi». Entra nel nuovo Pnrr il capitolo Repower Eu con una dotazione di 19 miliardi, in cui sono previsti anche Ecobonus per le famiglie. Esce invece per esempio il collegamento ferroviario Roma-Pescara, ma anche progetti contro il rischio idrogeologico. Ed è su questa voce, che vale 1,2 miliardi di euro, che le opposizioni attaccano: «Ci vuole davvero coraggio - accusa il Pd -. Siamo di fronte a un governo davvero senza vergogna, che continua a negare l'urgenza della crisi climatica».

Una strategia, quella di salvare i progetti spostandoli in altri programmi di finanziamento, come quelli di coesione, che il ministro rivendica come intuizione del governo italiano acquisita poi dalla stessa Commissione Ue nelle ultime raccomandazioni agli Stati sul Pnrr. Di «riprogrammazione necessaria» parla Fitto, anche perché sono troppi i soldi Ue non spesi negli anni: «Abbiamo fatto un lavoro preliminare di monitoraggio della programmazione di coesione 2014-2020. Nove anni dopo, su 126 milioni di risorse europee e nazionali, la percentuale spesa sta intorno a 34 per cento». Anche Azione attacca: «Siamo di fronte ad un governo di incapaci. Non sono in grado di spendere le risorse e allora cancellano opere fondamentali. Non è vero che non stanno tagliando nulla ma solo riorganizzando. Rinunciano a 16 miliardi». E c'è l'allarme del presidente dell'Anci Antonio Decaro: «Si propone di spostare sul programma RePower Eu 13 miliardi di euro di fondi Pnrr che erano stati assegnati ai Comuni, con l'impegno che altre fonti di finanziamento andranno trovate. È una notizia che ci colpisce molto. I Comuni chiedono garanzie».

In questo clima martedì Fitto presenta la proposta di revisione in Parlamento, da inviare poi alla Commissione Europea entro la fine di agosto.

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