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Il governo si divide ancora Pure su treni e Torino-Lione

Salvini: «Subito l'opera». Di Maio: «Non strumentalizzare» Carfagna (Fi): «La maggioranza si dissoci dagli estremisti»

Il governo si divide ancora Pure su treni e Torino-Lione

Un lunedì nero per il traffico ferroviario e anche se, grazie a Dio, le cabina elettriche dell'Alta Velocità che all'alba sono state volontariamente surriscaldate a pochi passi da Firenze non hanno causato vittime, la politica ha preso fuoco. «Il principio d'incendio agli impianti che gestiscono la circolazione dei treni è stato causato da un atto doloso a opera di ignoti» la nota dei responsabili della Rfi, la Rete ferroviaria italiana.

Fortunatamente non è stato un attentato cruento, ma i danni economici sono ingenti e il clima incandescente. Il vicepremier grillino Luigi Di Maio usa parole pesanti: «Un vero e proprio attentato allo Stato». Ma è Matteo Salvini, ministro dell'Interno, a dare la caccia in stile sceriffo a chi ha spaccato in due l'Italia. A ora di pranzo, proprio da Firenze, annunciava che avrebbe fatto un sopralluogo a Rovezzano e alle cinque del pomeriggio le sue foto con l'elmetto furoreggiavano sui social: «Meritano anni di galera visto che hanno bloccato l'Italia e rovinato la giornata a molti italiani. Verificheremo i collegamenti con i No Tav che negli ultimi giorni hanno aggredito le forze dell'ordine. In ogni caso, da tutti i partiti e dall'intero governo ci aspettiamo una dura condanna delle violenze e un deciso sì alla Torino-Lione».

Ma è proprio questo, il nesso tra l'attentato e i No Tav e poi l'ulteriore spinta sulla Torino-Lione, a far deflagrare il governo. Se Di Maio condanna gli incendiari, esclude che ciò significhi un sì alla Tav tanto attesa nel Nord Ovest (e in realtà non solo). Anzi, riguardo all'accaduto invita a «non strumentalizzare per tifo pro o contro Tav».

È l'esatto contrario della posizione del centrodestra e di Salvini, sul quale preme il malcontento degli imprenditori del Nord che lo hanno votato credendo che la Lega desse il via alle opere, Tav inclusa. «Deciso sì alla Torino-Lione» ripete così Salvini nel giorno in cui a Firenze saltano le centraline. Ma è anche il giorno in cui il ministero delle Infrastrutture, guidato da Danilo Toninelli, sempre lì per essere sostituito e sempre in sella, ha licenziato Pierluigi Coppola, l'unico esperto della commissione per l'analisi costi-benefici sulla Tav a non essere contrario alla Torino-Lione. Dinamite sull'opera e sul governo.

I danni di Firenze sono pesanti e se non ci sono state perdite umane non è grazie alla prevenzione. Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e coordinatrice di FI, vede responsabilità politiche chiare e dopo la visita in ospedale a Mario Palleschi, il carabiniere ferito venerdì scorso a Terni, accusa chi mantiene comportamenti ambigui, in particolare tra i 5 stelle: «Nessuna forza politica, soprattutto se ha responsabilità di governo, può permettersi ambiguità nei confronti di estremisti incappucciati che compiono atti violenti. Giudico pericolosi e irresponsabili quegli esponenti dell'attuale maggioranza che ammiccano agli aggressori di uomini e donne in divisa». Attacca il governo anche il presidente della Regione Toscana, il dem Enrico Rossi: «Non si possono lasciare prive di sorveglianza centraline così importanti». E il segretario del Pd, Nicola Zingaretti: «Polemizzano anche con l'Italia spaccata, vadano a casa».

I No Tav più estremisti sono tradizionalmente accusati di essere legati agli anarchici che hanno rivendicato l'accaduto. «Bisogna portare il panico alla superficie delle cose» hanno scritto su uno dei loro siti internet di riferimento. La paura serpeggia.

«Faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità affinché i colpevoli siano perseguiti e severamente puniti per i disagi creati» dice il premier, Giuseppe Conte. Basta per rassicurare?

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