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Legge elettorale, tensioni nella maggioranza: non c'è l'accordo

Verrà depositata la proposta del grillino Brescia: "Sarà improntata a un sistema proporzionale, con una soglia di sbarramento alta, e con un diritto di tribuna"

Legge elettorale, tensioni nella maggioranza: non c'è l'accordo

Tensioni nel governo anche sulla legge elettorale. Le varie riunioni che si sono tenute in commissione affari costituzionali alla Camera non sono bastate: neanche nella giornata di oggi è stata raggiunta l'intesa di maggioranza sulla questione. Eppure Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti avevano ottenuto un'intesa di massima nel corso del vertice di sabato scorso: i due leader politici avevano trovato un punto di convergenza ul proporzionale con una soglia di sbarramento al 5%. Le formazioni minori avevano espresso le proprie perplessità: tra questi Italia Viva, Leu e Verdi. Fonti di maggioranza hanno spiegato che "non è saltato alcun tavolo e non c’è nessuna spaccatura nella maggioranza. L’accordo non è stato raggiunto solo per la contrarietà di Leu a convergere sulla proposta di un proporzionale con soglia nazionale al 5%".

In tal modo potrebbero rischiare in molti: +Europa (3,1%), Europa Verde (2,3%) e La Sinistra (1,7%). Nella stessa situazione si trova anche Azione: Carlo Calenda ha dato vita a quello che dovrebbe essere un "grande fronte repubblicano e democratico capace di ricacciare populisti e sovranisti ai margini del sistema politico". L'obiettivo stimato è l'8%, ma i sondaggi non lo danno oltre i 3 punti percentuali. I renziani invece oscillano intorno alla fatidica asticella. Intanto fonti parlamentari hanno fatto sapere che il 95% dei gruppi è d'accordo sull'ipotesi di una legge elettorale proporzionale con soglia di accesso al 5%.

La proposta grillina

Senza poter godere di un accordo, l'iniziativa sarà affidata a Giuseppe Brescia, il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera: domani il grillino presenterà un testo di iniziativa istituzionale, come base per avviare l'esame in parlamento, con la sola propria firma. A riferirlo è stato lo stesso pentastellato: "Al termine di svariate riunioni, prima della maggioranza e poi anche con le opposizioni, la maggioranza non ha raggiunto un accordo". Dunque provvederà ad elaborare "un testo che sarà depositato già domani mattina, per rispettare l'impegno di presentare un testo subito dopo la ripresa dei lavori". Perciò va sottolineato che il testo "non sarà firmato dai capigruppo della maggioranza, ma offrirà comunque un punto di partenza per il confronto". L'intento è quello di "renderne possibile l'incardinamento già lunedì prossimo".

Brescia ha spiegato che la sua idea è quella di ispirazione proporzionale, con una soglia di sbarramento nazionale alta e che prevede un diritto di tribuna per tutti quei partiti minori che non riusciranno a superare lo sbarramento: "Sarà improntata ad un sistema proporzionale, con una soglia di sbarramento alta, e con un diritto di tribuna". Il diritto di tribuna si riferisce al diritto di ospitalità nelle liste delle fazioni maggiori.

Dario Parrini, capogruppo Pd Commissione Affari Costituzionali Senato, Anna Macina, capogruppo M5S Commissione Affari Costituzionali Camera, Marco Di Maio, capogruppo Italia Viva Commissione Affari Costituzionali Senato e Gianclaudio Bressa, capogruppo Autonomie Commissione Affari Costituzionali Senato, hanno valutato positivamente l'iniziativa annunciata da Brescia: "È una base su cui avviare il confronto in Parlamento per arrivare a un consenso ampio su regole di voto utili a ridurre la frammentazione e a favorire la formazione di maggioranze di governo".

"Daremo battaglia"

Andrea Marcucci, presidente dei senatori del Partito democratico, ha commentato: "Con la riduzione dei parlamentari, era necessario intervenire introducendo una legge elettorale proporzionale con soglia alta. La maggioranza sta rispettando in tutto e per tutto l'accordo preso alla nascita del governo. È un fatto importante e che merita di essere sottolineato".

Invece Loredana De Petris, senatrice di Leu, ha promesso battaglia: "Innalzare la soglia di sbarramento ad una percentuale mai vista in Italia significa infliggere un colpo letale alla rappresentanza sia politica che territoriale. Il sistema simil spagnolo sarebbe più flessibile e garantirebbe un maggior pluralismo, mentre l'escamotage del cosiddetto 'diritto di tribuna' non risolve il problema". Il presidente del gruppo Misto del Senato ha ribadito che bisognerebbe sapere fin dall'inizio "che un sistema con soglia del 5% in Senato non avrebbe i numeri".

A suo giudizio sarebbe "un grave errore" il fatto di non aver "ricercato con maggiore pazienza l'intesa nella maggioranza".

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