Politica

Il governo "spegne" l'auto. E manda l'Italia in bicicletta

Di Maio assicura investimenti sul settore, ma poi con "Strade Sicure" i grillini puntano solo sulle due ruote

Il governo "spegne" l'auto. E manda l'Italia in bicicletta

Nel giorno della tragedia di Sergio Marchionne, Luigi Di Maio ha commentato così: «Non l'ho incontrato ma i nostri staff erano in contatto da qualche settimana, volevo parlargli del futuro dell'auto elettrica». Ma nell'ingorgo di commemorazioni in vita per il manager si è smarrito un precedente che illustra i rapporti governo-Fca. Lo scorso primo giugno, il numero uno della casa automobilistica, a chi gli chiedeva dei rapporti con il nuovo ministro dello Sviluppo economico, dava una versione un po' diversa: «Di Maio? Ho notato in tv l'altro giorno che andava in giro con una Renault. Uno che nasce a Pomigliano dovrebbe andare in giro con una Panda dalla mattina alla sera».

Chissà, magari nel frattempo i due erano diventati migliori amici di penna, ma non è questo il punto. Il fatto è che Di Maio, nel mezzo di un momento così delicato per Marchionne e per Fca, ha rassicurato gli operai e gli italiani tutti sul fatto che «l'Italia è un paese che investirà nell'automotive e soprattutto nell'automotive elettrico». Nelle stesse ore però, Danilo Toninelli, in un'intervista su Libero, sosteneva che è suo obiettivo «Tirar giù più gente possibile dalle automobili».

E che non si tratti solo di un modo di dire, lo dimostra che, mentre Marchionne è ancora in un letto d'ospedale e Fca tenta di ritrovare un equilibrio, Toninelli ha annunciato il suo piano «Strade sicure». Si tratta di un disegno di legge che punta a rivoluzionare la mobilità nelle città incentivando l'uso della bicicletta e rendendo meno pericoloso pedalare in città. Obiettivo da raggiungere attraverso «misure di moderazione del traffico stradale», «aumento del numero di biciclette in circolazione», «allargare i marciapiedi». Tutto per proteggere i ciclisti che «usano un mezzo così pulito e sostenibile che non sporca e nemmeno ingombra». Anche qui tutto legittimo. Sono scelte, ma di sicuro non scelte che aiuteranno il mercato dell'auto. Per capire se lo ostacoleranno ulteriormente bisognerà aspettare di leggere concretamente le misure, ma confermano l'ottica di un governo ostile all'auto. Per i 5S del resto, la mobilità ciclabile è da sempre una fissazione. Due parlamentari grillini avevano anche annunciato un progetto di legge che ricalcava in parte quello di Toninelli, aggiungendo «il doppio senso ciclabile» che, se fatto senza le piste per le biciclette, può diventare un incubo per gli automobilisti.

E a Roma, la principale città gestita dai pentastellati, si prepara un aumento monstre, fino a 3 euro l'ora, del costo (e anche del numero) dei parcheggi a pagamento. In più si sta preparando una «congestion charge», cioè un ingresso a pedaggio per il centro, sul modello di Londra e Milano. «Ma ha denunciato Rimondo Grassi dell'associazione Roma sceglie Roma - l'area coinvolta nella Capitale riguarda 32 km quadrati e soprattutto un milione di cittadini. A Milano l'area C, per intenderci, è di appena 8 km quadrati con 79mila residenti, mentre a Londra la zona a pagamento è di 19 km e interessa 136mila residenti». È la prova, sostiene Grassi, «che la vera intenzione di questa amministrazione è fare cassa con la scusa dell'ambiente». Per gli automobilisti resta solo la speranza nella scarsa coerenza spesso dimostrata dall'amministrazione romana. La sindaca Virginia Raggi ha annunciato la messa al bando delle auto diesel da Roma. Poi ha bandito la gara per l'acquisto di 320 bus diesel. Nel frattempo la Appendino, sindaca della città della Fiat, lancia il «monopattino-sharing».

Ancora una volta va detto: mandare tutti gli italiani in bici è una scelta politica che a molti potrà anche piacere. Però non si può pensare di fare la guerra alle auto e poi chiedere a Fca di investire sull'Italia.

Operai, state sereni.

Commenti