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Da Grasso e avvocati di Stato doppio assist alle unioni civili

Il presidente pensa di stringere i tempi del voto evitando il canguro, mentre i tecnici dichiarano legittime le adozioni senza bisogno di nuove leggi. Ira delle opposizioni

Da Grasso e avvocati di Stato doppio assist alle unioni civili

Unioni civili come la Torre di Babele. Mercoledì si riprende la discussione sul ddl Cirinnà al Senato ma intanto le posizioni sono congelate e ancora più distanti in un trionfo di contrapposizioni. A meno che Matteo Renzi nel giro di 48 ore non riesca a tirare fuori un coniglio dal cappello per superare gli ostacoli interni al Pd ma soprattutto la mancanza di una maggioranza coesa a favore del provvedimento il ddl tornerà in aula a Palazzo Madama in un clima peggiore rispetto a quello iniziale.Il Pd continua a criticare i grillini che, rifiutandosi di votare il cosiddetto supercanguro, hanno imposto al ddl una brusca frenata. Matteo Orfini, commissario del Pd romano, ribadisce che non ci sarà stralcio della stepchild adoption. Dall'altra parte della maggioranza il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, conferma che Ncd non voterà né adozioni né una fotocopia del matrimonio.

Prova a trovare una soluzione il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che chiede di «rendere l'utero in affitto un reato penale». Una strada già indicata dalla senatrice Pd Anna Finocchiaro. «Rendere l'utero in affitto un reato universale, legarlo ad una norma penale poi porre la sanzione e il divieto di adottabilità per il partner», spiega la Lorenzin, che punta a neutralizzare il rischio della maternità surrogata.Il presidente del Senato Pietro Grasso non intende ammettere supercanguri proprio per evitare l'accusa di non permettere alcun confronto in aula. La soluzione alla quale starebbe pensando Grasso sarebbe quella del contingentamento dei tempi che però dovrebbe avere l'appoggio della capigruppo.

Una soluzione che, assicurano da Palazzo Madama, comporterebbe soltanto un paio di settimane in più prima di arrivare al voto finale e dunque assolutamente praticabile.Ai fronti di combattimento già esistenti si è aggiunto in queste ore anche un altro motivo di scontro che porta la questione fuori dal Parlamento e davanti alla Corte Costituzionale. La Consulta proprio mercoledì si riunirà per decidere se ammettere il ricorso di un giudice di Bologna che riguarda due donne sposate negli Usa, ciascuna madre di un figlio reciprocamente riconosciuto sempre in Usa. Qui in Italia la registrazione dell'adozione è stata congelata dal Tribunale dei minori di Bologna che ha chiesto il parere della Consulta. L'Avvocatura generale dello Stato però ha già depositato la sua memoria che sostiene la legittimità dell'adozione del figlio del partner anche per coppie dello stesso sesso, ovvero la tanto discussa stepchild adoption, senza bisogno di varare nuove leggi. I giuristi che rappresentano Palazzo Chigi in merito all'adozione ritengono che «non avrebbe alcun fondamento logico e giuridico l'esclusione di tale possibilità in caso di convivenza tra persone dello stesso sesso in quanto non è astrattamente identificabile un pregiudizio per l'equilibrio psicofisico del bambino legato al fatto di vivere in una famiglia incentrata in una coppia omosessuale».

E dunque chiedono che la Consulta dichiari non ammissibile il ricorso perché al giudice basta fare riferimento ad un articolo della legge 184 dell'83 che permette l'adozione anche «in casi particolari». Se i giudici costituzionali non ammettessero il ricorso ne conseguirebbe un sostanziale via libera all'adozione.E ieri proprio su questo parere si è scatenato il centrodestra con Maurizio Gasparri di Fi in testa e anche tutto il fronte contrario all'adozione.

«Il governo tramite l'avvocatura postula in astratto la sostanziale equivalenza tra la genitorialità omosessuale e quella eterosessuale - attacca il senatore Gaetano Quagliariello - Così si nega al bambino il diritto ad una mamma ed un papà».

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