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Grattacieli, ufficetti e hall di albergo Se la trattativa diventa itinerante

Il «tour» per scrivere il programma, dal Pirellone di Milano alla Camera passando per lo studio di un deputato M5s e un hotel

Grattacieli, ufficetti e hall di albergo Se la trattativa diventa itinerante

Una novità è già stata introdotta dall'alleanza (forse) di governo (forse) tra Cinque Stelle e Lega: la trattativa itinerante. Il «patto del Pirellone», nome che si sarebbe inserito in una tradizione di accordi chiusi in un luogo simbolico, è svanito sul nascere, primo perché non si è concluso nessun patto, secondo perché non si è neppure esaurito nell'ufficio del grattacielo Pirelli in cui le due delegazioni sono state chiuse per due giorni. Da lì infatti la trattativa si è spostata in altra sede, segreta, perché riservata solo ai due leader e ai loro più stretti collaboratori. Lasciato il Pirellone, verso l'ora di pranzo di domenica, Salvini e Di Maio sono usciti per ritrovarsi altrove. Ma dove? Le ipotesi erano: la sede della Lega in via Bellerio, l'appartamento di Salvini a Milano, gli uffici della Casaleggio Associati eccezionalmente aperti nel giorno festivo per ospitare la trattativa. Invece no, poi si è scoperto che i leader erano nello studio del commercialista Stefano Buffagni, che è anche parlamentare M5s nonché membro del cerchio magico di Di Maio. È tra le pareti dello studio Buffagni, per circa un'ora, che si è svolta la seconda parte della trattativa itinerante.

Ma non è finita lì, c'è stato il seguito notturno anche se la trattativa sul programma era stata data ormai per chiusa, «mancano solo le virgole». Per aggiungere la punteggiatura, e tutto il resto, i leader si sono dislocati nella terza tappa della trattativa itinerante, sempre a Milano ma stavolta al Nh Collection President Hotel, in largo Augusto, per circa tre ore. E lì dentro che si è consumata la beffa per il professore Giulio Sapelli, consultato e richiesto come candidato premier da spendere il giorno dopo al Colle, ma poi subito centrifugato nel totonomi (è stato persino smentito l'incontro serale all'hotel). Finita? Macché. «Il tavolo sul programma prosegue a Roma». E riecco infatti i nostri eroi riprendere il filo della trattativa itinerante nella capitale, in un ufficio della Camera dei deputati. Tutte le fasi e le varie location vengono immortalate da foto sui social, con le maniche delle camicie arrotolate, gli appunti sul tavolo e la sudata bozza del contratto da scrivere, il televisore con gli aggiornamenti sul loro lavoro. Si era poi diffusa la notizia di un «incontro in territorio neutro» tra Salvini e Di Maio, per trattare nella massima riservatezza, ma i due si sono incontrati sempre alla Camera. C'è poi l'incognita del fine settimana. I due partiti hanno chiesto più tempo al Quirinale, nel week end si terranno le votazioni on line sulla piattaforma dei Cinque stelle e poi le «gazebarie» della Lega, quindi il contratto va chiuso prima. Ma dove? Il giovedì è usanza consolidata tra i parlamentari di congedarsi dalla Camera e tornarsene a casa, dunque a Milano (o Varese) per i vertici leghisti.

A quel punto che si fa, si torna al Pirellone? Nell'ufficio di Buffagni? A casa di Salvini? Mannaggia, era più semplice quando le riunioni si facevano solo in via Bellerio oppure ospiti a cena da Berlusconi.

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