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"Gregoretti, sapevano tutti". Renzi pensa al "salva Salvini"

Il leghista ha le carte che dimostrano la discussione con Conte e i 5S. Italia Viva decisiva nella giunta del Senato

"Gregoretti, sapevano tutti". Renzi pensa al "salva Salvini"

Stavolta il premier Giuseppe Conte ha fatto una brutta figura, facendo emanare da Palazzo Chigi una nota con cui si nega di aver trattato del caso Gregoretti in ambito di governo. Perché Matteo Salvini ha conservato uno dei suoi assi nella manica, ovvero copia delle interlocuzioni scritte avvenute a proposito della vicenda. «Si tratta - si legge in una nota della Lega - di numerosi contatti anche tra ministero dell'Interno, presidenza del Consiglio, ministero degli Affari Esteri e organismi comunitari. A proposito della redistribuzione degli immigrati, era stata contattata anche la Cei. Non a caso il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede dichiarava il 30 luglio (nel corso della trasmissione In Onda su La7) che c'è un dialogo tra i ministeri delle Infrastrutture, dell'Interno e della Difesa, la posizione del governo è sempre la stessa: vengono salvaguardati i diritti - si legge ancora -, le persone che dovevamo scendere sono scese, sono monitorate le condizioni di salute, ma del problema immigrazione deve farsi carico tutta l'Europa aggiungendo ringrazio il presidente Conte che continua a porre la questione nelle cancellerie d'Europa. Tutta la documentazione conservata da Salvini è al vaglio dei legali dell'ex ministro dell'Interno».

In un'intervista al Corriere della sera l'ex ministro attacca gli avversari: «A me dispiace - dice - quando ci sono persone che perdono l'onore. È chiaro che per non litigare con il Pd loro si rimangiano tutto quello che avevano detto e fatto». E su un eventuale processo chiarisce: «È una cosa surreale. Per un certo verso, anche se gli avvocati mi suggeriscono il contrario, sarei curioso di finire in Aula. Comunque, se decideranno, processo sia: idealmente in quel tribunale ci saranno con me milioni di italiani. Quanto a Di Maio, ha cambiato idea sui miei processi come l'ha cambiata su tante altre cose».

E fa notare che lui rischia fino a 15 anni, ovvero più di chi è condannato per stupro, reato per cui sono previsti 12 anni di pena. C'è chi sostiene che Salvini, qualora fosse condannato per il reato di sequestro di persona semplice (e come in questo caso, non a scopo di estorsione) possa prendere non più di due/tre anni, vista la pena minima di cinque e visto che è incensurato. È probabile, quindi, che le attenuanti generiche, quindi, porterebbero a una riduzione di pena notevole, di fatto facendogli rischiare quasi nulla. Ma Salvini non si fida, perché teme «stranezze legate alla legge Severino». La norma in questione, infatti, prevede che siano «ineleggibili e non candidabili coloro che sono stati condannati a più di due anni di reclusione per i reati punibili almeno fino a quattro anni».

Riguardo all'autorizzazione a procedere della giunta del Senato, il ramo del Parlamento di cui fa parte Salvini, pare che tutto sia in mano ai renziani. Al momento, secondo un rapido calcolo, voterebbero a favore i sei esponenti del M5s, l'ex grillino Gregorio De Falco, Anna Rossomando del Pd e Pietro Grasso. Contro sarebbero 5 rappresentanti della Lega, 4 di Forza Italia e uno di Fratelli d'Italia. A fare la differenza saranno i 3 esponenti di Italia Viva, che hanno fatto capire che decideranno dopo aver letto le carte. «Dal punto di vista umano e politico lo abbiamo già giudicato - ha detto Davide Faraone del partito di Renzi - Dal punto di vista giudiziario i nostri colleghi in giunta per le autorizzazioni leggeranno le carte e valuteranno nel merito cosa fare».

Mostrando più correttezza dei pentastellati: «Non siamo giustizialisti - ha proseguito - e non siamo abituati ad utilizzare temi giudiziari per trarre benefici nella lotta politica».

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