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Gregoretti, la sfida di Salvini: "Pronto al carcere"

Oggi in Senato attesa la memoria difensiva. E lui snobba i 5s e attacca Conte e Pd

Gregoretti, la sfida di Salvini: "Pronto al carcere"

Matteo Salvini ormai è certo che, presto o tardi, diventerà premier. Rilascia interviste ammettendo che sta studiando per fare il presidente del Consiglio, attacca pubblicamente Giuseppe Conte e quasi risparmia i 5 stelle, passati quasi in secondo piano rispetto all'avversario politico. «Mi batte ai sondaggi? Ma se non ha un voto», attacca. E fa incisi sulle percentuali a cui la Lega può arrivare alle prossime Regionali in Emilia Romagna, parlando di un partito al 33 per cento e di una candidata (la Borgonzoni) al 47 per cento rispetto al 45 dell'avversario Bonaccini.

Nel frattempo però dovrà affrontare la vicenda della nave Gregoretti, con 131 migranti a bordo, che lo vede imputato con l'accusa di sequestro di persona. La prossima riunione della Giunta è prevista l'8 gennaio e oggi scadono i termini per presentare la memoria, che è attesa in mattinata. «Domani (oggi per chi legge, ndr) depositerò in Senato le mie memorie difensive alla Giunta per le autorizzazioni. Rischio un processo per avere difeso il mio Paese» ha dichiarato da Bormio. Ha rilanciato la sfida: «Possono processarmi e incarcerarmi, non me ne può fregare di meno. Se mi portano a san Vittore, mi verrete a trovare». Da tempo ripete di «rischiare 18 anni di carcere».

Ieri, in un'intervista rilasciata alla Stampa, ha dichiarato che il governo «è quanto di più insapore e incolore ci sia». Chiarisce: «Un governo senza anima, uno dei peggiori del dopoguerra. Quello di Monti addirittura era migliore. L'ho combattuto, ma almeno aveva un'idea, un progetto. Prima c'erano Craxi, Spadolini, lontani da me, ma oggi abbiamo Zingaretti, Conte, Di Maio. Berlinguer era sei spanne sopra Zingaretti». Giuseppi, Salvini lo ha capito bene, alle prossime elezioni, non ne fa più mistero, correrà probabilmente col Pd. Ecco allora che i nemici non sono più i 5 stelle, un Movimento ormai in esaurimento, ma quelli di sempre, quelli del partito di Bibbiano. «Se pensano - ha detto ancora il leader della Lega - che Conte possa essere il loro candidato allora sono proprio alla canna del gas. Conte non ha un voto, non esiste: ha scoperto il gusto della poltrona e ci vuole rimanere. È passato da viva la flat tax ad abbasso la flat tax, dal no all'autorizzazione a procedere contro di me al sì». Un affondo anche per Di Maio, che definisce «inesistente» e che accusa di aver portato l'Italia a perdere «la faccia e la credibilità» in Libia.

Fonti vicine ai vertici della Lega lo dicono senza mezzi termini: «Salvini sa perfettamente che la maggior parte degli italiani non ama questo governo. Ma più dell'intero governo odia il Pd, una realtà che in anni ha rovinato l'Italia, che ha governato portando problemi immensi alla gente e che gli italiani non vogliono più. Ecco perché è certo di diventare premier alle prossime elezioni. È matematico: la Lega è già il partito più votato». E lo dimostrano le recenti Regionali in Umbria. «Conte - dicono ancora - ormai è finito nelle braccia del Pd. Così facendo si è dato la zappa sui piedi sa solo. È diventato il nemico numero uno di Salvini, ma un nemico debole. È nientemeno che uno sconosciuto che ora non vuol alzare il di dietro dalla poltrona. Per fortuna che in Italia c'è la democrazia e il giochino, prima o poi, dovrà finire.

Non si può mangiare per sempre sulle spalle dei cittadini».

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