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Grillo bocciato da Cassese sul Parlamento eletto a sorte

L'ex presidente della Consulta bacchetta il garante: «Sceglieresti così un idraulico?». La replica: «Fai ironia»

Grillo bocciato da Cassese sul Parlamento eletto a sorte

Correva l'anno 508 avanti Cristo e un politico del tempo, tal Clistene, giunto al potere a 60 anni immaginò di dotare la piccola Atene, circa 100mila abitanti e altrettanti schiavi, di uno strumento assai complicato: la democrazia. Per designare i 500 partecipanti alla Boulè Clistene perfezionò la tecnica del sorteggio per garantire la massima imparzialità di una scelta che, ovviamente, riguardava ciascuna delle 10 tribù. Comunità nella quale i sistemi di controllo e formazione sono tra i più ferrei, come si sa.

Di otto anni più anziano di Clistene, Beppe Grillo è arrivato su per giù alle medesime conclusioni. Un'idea, quella delle assemblee di persone sorteggiate a caso, dice, «che si sta sviluppando in tutto il mondo, non capisco l'esagerazione che abbiamo suscitato in certi parrucconi del nostro sistema informativo. In Ontario, in Canada... lo hanno già fatto. Sono giurie sorteggiate a caso con determinati criteri che determinano poi la scelta di un sindaco... Non è che vogliamo eleggere l'idraulico, che ha una sua funzione importantissima e su cui si fa ironia in certi giornali...».

L'ironia, giunta alla fine di un articolo di garbata e fine dottrina giuridica, è quella sfoggiata dal professore Sabino Cassese sulle colonne del Corsera. Cassese rilevava una serie di punti deboli del sistema che Grillo, in un'intervista rilasciata in precedenza a una tv americana, aveva grossolanamente tratteggiato, basandosi sul presupposto che «la democrazia è superata, perché che cos'è la democrazia quando meno del 50% va a votare? Se prendi il 30% del 50%, hai preso il 15%. Oggi sono le minoranze che gestiscono i Paesi» (in realtà, occorrerebbe dire che ha sempre funzionato così, da che mondo è mondo). Cassese, ricordando come la democrazia «non sia solo partecipazione» e che le «istituzioni democratiche debbono assicurare milioni di decisioni collettive di quella macchina complessa che è lo Stato», spiega anche come le circa cento leggi che il Parlamento approva ogni anno richiederebbero, da parte di ciascun cittadino (sempre che sia collegato al Web, ndr), circa 8-10 decisioni al giorno, festività comprese. Questo senza contare le decisioni regionali e comunali, nonché «tutte le norme secondarie nazionali che le leggi comportano (decreti, regolamenti, direttive)». Morale, diceva Cassese, «se il rubinetto di casa perde, accetteremmo di chiamare in base a sorteggio l'idraulico? E se si trattasse del chirurgo che ci deve operare?». Ironia non andata a genio a Grillo, che in un post su Fb risponde insistendo ulteriormente sia sull'inutilità di avere «politici professionisti per 40 anni», sia sulle fantastiche opportunità offerte dalla tecnologia, tipo le blockchain alla base dei bitcoin, finendo in un macchinoso labirinto nel quale a un certo punto anche il guru è sembrato non raccapezzarsi più. Per concludere infine che «l'istruzione è bellissima, ma quando incontri un istruito stupido cominci a farti delle domande anche sul tipo di istruzione che diamo alle persone e che hanno le persone soprattutto della mia età». Ma non solo, si può aggiungere.

Domande a iosa su tutto e, probabilmente, persino sull'azione dei radicali liberi in relazione all'età.

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