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Grillo contro i transfughi: "Serve vincolo di mandato"

Il leader dichiara guerra ai traditori: "Chi lascia deve dimettersi. Così si elimina l'effetto cadrega"

Grillo contro i transfughi: "Serve vincolo di mandato"

«L'unico modo per eliminare l'effetto cadrega è il vincolo di mandato». Beppe Grillo, di fronte alla continua emorragia di eletti del M5S e ai cambi di casacca in sequenza, alza i toni e punta il dito contro i «traditori». Un affondo che incontra il gradimento degli iscritti, soddisfatti per la dura presa di posizione del fondatore.

L'assunto di partenza è che «il Movimento 5 Stelle senza queste zavorre può solo fare meglio». Grillo, dal suo blog, ricorda che «in questi anni, da quando è nato il Movimento 5 Stelle, e anche negli ultimi tempi, ci sono state persone elette con il nostro simbolo che hanno deciso di andarsene, nei comuni, nelle regioni, in Parlamento e in Europa». Senza tanti giri di parole, Grillo liquida le loro motivazioni come «sempre ridicole, un copia-incolla delle balle dei giornali. Mancano di fantasia e di creatività».

«La cosa che li accomuna tutti è l'effetto cadrega, che poi è la vera ragione del tradimento», sintetizza ancora. «Ognuno di loro si è ancorato alla sua poltrona e al suo stipendio fregandosene di essere stato eletto con un simbolo e un programma che hanno tradito e senza il quale - rinfaccia - non sarebbero mai arrivati dove sono». E allora, conclude Grillo, «l'unico modo per eliminare l'effetto cadrega è il vincolo di mandato. Chi tradisce gli elettori e non è più d'accordo con il programma per il quale è stato eletto, se ne torna a casa e lascia spazio al primo dei non eletti». Una ipotesi che è stata fatta propria di recente anche da Silvio Berlusconi.

Non ci sono soltanto le porte girevoli degli eletti regionali a fare discutere. La questione romana è ancora tutt'altro che risolta. Nei giorni scorsi sono uscite sui giornali le accuse lanciate in una chat privata dal sindaco Virginia Raggi (e agli atti della Procura di Roma) contro Roberta Lombardi, accusata di aver assunto come assistente parlamentare la baby-sitter. La parlamentare per 48 ore evita di replicare. Ma alla luce del cannoneggiamento che parte soprattutto dai parlamentari del Pd una nota viene redatta dal capogruppo M5S alla Camera, Vincenzo Caso. «Parliamo di una vicenda già nota e già chiarita a suo tempo che qualcuno ritira fuori con ipocrisia strumentale: la nostra portavoce si avvaleva, all'inizio della legislatura, di una persona che, oltre alle normali mansioni di segreteria, le teneva d'occhio la figlia di pochi mesi. Lombardi si portava la piccola al lavoro, ottemperando alla necessità, sempre difficile per una donna, di conciliare vita e lavoro. Peraltro secondo uno schema molto diffuso tra le parlamentari mamme di tutti i partiti».

Peraltro, secondo alcune voci, nell'ipotesi in cui la Raggi dovesse cadere per via dei suoi problemi giudiziari, potrebbe essere proprio la Lombardi il nome su cui i vertici e la base del Movimento sarebbero intenzionati a scommettere per il Campidoglio.

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