Politica

Grillo in ginocchio da Farage per non perdere i soldi Ue

Il comico ingoia le condizioni dell'inglese: M5s azzerato dai ruoli chiave e referendum in Italia contro l'euro

Beppe Grillo e Nigel Farage
Beppe Grillo e Nigel Farage

«Telefono...casa». Come in E.T. l'extraterrestre Beppe Grillo compone il numero di Nigel Farage, chiede scusa al leader britannico dell'Ukip e lo supplica affinché i suoi 17 eurodeputati possano rientrare a casa, nel gruppo dell'Efdd. C'è spesso qualcosa di marziano nei percorsi politici dei Cinque Stelle, ma questa volta c'è di più: una colossale brutta figura. La seconda in due giorni: dopo la bocciatura del gruppo di Alde, la retromarcia. Grillo aveva una via d'uscita, spedire i suoi a rinforzare il gruppo dei non iscritti. Ha preferito ingoiare il rospo, telefonare all'eroe britannico della Brexit e accettare le condizioni che gli venivano imposte per il rientro. Motivo? Uno principalmente e di natura economica: lasciando l'Efdd e venendo respinti dai liberal di Guy Verhofstad la truppa pentastellata avrebbe visto quasi dimezzati i fondi che arrivano da Bruxelles. Il calcolo è complesso, ma conti alla mano la differenza complessiva tra i due gruppi, oggi, è di circa un milione e 300.000 euro all'anno.

Funziona così se finisci nella pattuglia dei non iscritti. Beffa doppia per chi voleva passare all'Alde e contare di più, anche nella commissione Mercato Interno e Protezione, quella che regolamenterà il nuovo mercato dell'e-commerce, intuitivamente interessante per la Casaleggio Associati. Insomma, grosso guaio in casa Grillo. E allora tanto valeva fare la seconda figuraccia e telefonare a Farage. Fatte le scuse, la flemma britannica richiedeva qualche ora per accettarle. Poi Farage ha detto «ok, potete rientrare, ma alle mie condizioni». Eccole: niente vicepresidenza dell'Efdd, di cui oggi è titolare David Borrelli, fedelissimo di Casaleggio e negoziatore principale del fallito avvicinamento all'Alde. Per lui le cose non si mettono benissimo.

Non solo: l'Ukip, il partito del leader anti-europeista, vuole riprendere il controllo dell'attività degli eurodeputati dell'Efdd in alcune commissioni a Strasburgo. Togliendo il ruolo di coordinatori del gruppo ai grillini. Questa è probabilmente la condizione più dura da accettare per il M5s, che aveva finora approfittato del sostanziale disinteresse degli eurodeputati Ukip per le normali attività europarlamentari, al di fuori di quelle più importanti per affermare la propria posizione antieuropea. Ma la condizione più dura da accettare può diventare una svolta pericolosa da cavalcare, anche per i marziani pentastellati: portare anche in Italia il referendum per uscire dall'Unione europea, non solo dall'euro. Tutto sotto lo stretto controllo degli uomini di Farage. L'esatto contrario, insomma, di quello che i leader M5s volevano ottenere con l'accordo naufragato con l'Alde. Beppe Grillo, nel colloquio con l'amico ritrovato, si è sentito rimproverare da Farage per il comportamento di Borrelli, chiedendo che l'eurodeputato «paghi politicamente per averci pugnalato alle spalle». Il comico genovese ha cercato di sorvolare, l'inglese ha insistito: condizione accettate, i britannici vigileranno. E l'ormai probabile «punizione» a David Borrelli aprirà un nuovo fronte interno tra Grillo e Davide Casaleggio.

Si annunciano lunghe telefonate e altri guai in casa.

Commenti