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Grillo lascia la politica: "Ho fatto il mio tempo"

A sorpresa ieri sera il leader a In Onda sembra dire addio ai 5 Stelle: "Torno in tv? Può essere". Intanto nei teatri: "A fine anno il mio show"

Grillo lascia la politica: "Ho fatto il mio tempo"

RomaProbabilmente, molto probabilmente sentiremo ancora dai teleschermi quell'«è una cosa pazzesca, signori!» con cui il compianto Gigi Sabani imitava la sua stridula cadenza genovese. Beppe Grillo ha annunciato urbi et orbi attraverso i teleschermi de La7 ieri sera che intende abbandonare la vita politica per ritornare al suo primo amore: la comicità.

«Mi defilo dal Movimento perché ho un'età pazzesca (eccolo lì l'aggettivo fatidico per descrivere i suoi 67 anni), una famiglia numerosa: ho fatto il mio tempo», ha annunciato come se fosse prossimo alla pensione. Però (perché nella comicità c'è sempre un «però» altrimenti non si risolve la gag) «ci sono, il Movimento è la mia vita ed è nato con le idee che avevo io sulle rinnovabili, rifiuti e acqua pubblica. Le 5 stelle sono questi temi qui», ha aggiunto.

Certo, Grillo Beppe nato Giuseppe ha voluto fare un po' il misterioso, ma senza crederci neanche troppo. «Torno in tv? Non lo so, non ho pregiudizi, lascio aperto tutto», ha precisato ricordando che «a fine anno debutterà il mio spettacolo, rinviato per ragioni politiche». Insomma, la priorità è lo show, altro che pensione! L'inventore di Te la do io l'America! e Te lo do io il Brasile! aveva nostalgia di un palcoscenico dove poter intrattenere, divertire (e non sermoneggiare) e anche guadagnare. In passato più d'una volta s'era lamentato del calo del fatturato dovuto al suo impegno movimentista. Senza contare il flop delle prevendite del Rabdomante Tour all'inizio di quest'anno nei teatri esteri (7 date su 8 cancellate). Perché c'è poco da fare: la politica, il prendere parte crea un po' di antipatia.

Lo ha in un certo senso confermato pure Grillo ieri. «Una volta che si sarà chiarito che non sono il leader incontrastato del Movimento, che non sono in carica, che non devono votare Grillo ma un'idea di cui io ho fatto parte, allora potrò dedicarmi al mio lavoro che è quello di divertire», ha dichiarato. Un ritorno alla sua mission originaria. Sia consentito, però, pensare che l'insediamento nel cda Rai dell'amico Carlo Freccero in quota M5S non sia avulso da questa decisione. Proprio l'esperto di media e comunicazione nelle sue prime interviste aveva sottolineato l'intenzione di riportare il Beppe nazionale sui canali di Viale Mazzini. Un suo show farebbe il pieno di ascolti, l'ha detto anche Pippo Baudo che di queste cose se ne intende e che soprattutto «Beppe Grillo l'ho inventato io!». Anche se poi vallo a spiegare agli abbonati che con parte del canone si potrebbe compensare un artista che fino all'altroieri teleguidava un partito politico.

Anzi, fino a ieri. Nella stessa intervista rilasciata a La7 Grillo si è espresso sul capo dello Stato. «Pensavo che almeno un pugno sulla scrivania lo potesse dare, invece assistiamo a decreti, decreti», ha affermato lamentandosi della strada spianata che, a suo dire, riserverebbe al premier Renzi. Nella sua versione internet di beppegrillo.it , invece, ha prima inveito contro la commissione Lavoro del Senato che non ha dato spazio alla discussione sul reddito di cittadinanza. Poi ha tirato le orecchie al senatore pentastellato Maurizio Buccarella che aveva criticato la linea dura sull'immigrazione ribadita dal Movimento e dal suo leader. Infine si è scagliato contro il premier Renzi e il ministro del Lavoro Poletti, rei di «manipolare i dati» sull'occupazione. L'esecutivo, ha aggiunto a proposito del Jobs Act, «ha coperto il suo fallimento con la conversione dei contratti a tempo determinato in contratti ancora meno stabili».

Insomma, per essere l'ultimo o il penultimo o il terzultimo giorno di lavoro come leader politico (la data di scadenza ancora non si conosce) è stata piuttosto attiva.

Anche troppo per poter pensare che nei teatri o in televisione possa tornare semplicemente quel barbuto comico genovese che faceva sbellicare tutti dicendo: «È una cosa pazzesca, signori!».

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