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Grillo rottama il M5s. Giallo sul vertice coi big per l'investitura di Conte

Il comico pronto a liquidare il movimento (e Casaleggio) per affidare tutto all'ex premier

Grillo rottama il M5s. Giallo sul vertice coi big per l'investitura di Conte

Da presidente del Consiglio a commissario liquidatore. Giuseppe Conte tentenna, anche se sa benissimo che non ci sono alternative alla leadership del M5s. Un partito che presto potrebbe cambiare, per poi sparire alla fine della legislatura. È la profezia di Beppe Grillo sul Movimento «biodegradabile». Quello strumento che potrà estinguersi una volta finito il suo compito di portare i cittadini nelle istituzioni. Tra il riciclo e la biodegradabilità c'è Conte. Lui fa filtrare «indecisione». Non si fida di Luigi Di Maio. E la cosa è reciproca, nonostante le smentite piccate dello staff del ministro degli Esteri in merito alla ricostruzione pubblicata ieri dal Giornale. E però scarseggiano le alternative. L'unica altra opzione per l'ex premier sarebbe la creazione da zero di un partito. Una scommessa difficile. Quindi la via maestra resta quella di provare a guidare i Cinque Stelle, proprio come vorrebbe Grillo. Conte dovrebbe diventare il presidente del Comitato direttivo a cinque, figura già prevista, ma con poteri più ampi rispetto alla rappresentanza legale e un mandato duraturo. Si profila il cambiamento di pelle più radicale in una storia fatta di mutazioni. La trasformazione dovrebbe essere sancita in un vertice tra Grillo e i big. Da Di Maio a Roberto Fico, fino ad Alfonso Bonafede e Paola Taverna.

Dopo la fuga di notizie su una riunione prevista per oggi a Villa Corallina, la casa di Grillo a Marina di Bibbona, provincia di Livorno, è ancora giallo sul summit per decidere il futuro del Movimento. Quel che è certo è che si tratta di un passaggio obbligato per imprimere il cambiamento. Se non ci sarà oggi potrebbe esserci nei prossimi giorni. Magari non a Bibbona ma a Roma. Sul tema le fonti di primo livello tengono la bocca cucita. Mentre nei gruppi parlamentari quasi nessuno è a conoscenza delle decisioni del Garante. Che è intenzionato a dare vita a una nuova associazione, per archiviare la stagione della diarchia Di Maio-Casaleggio, fondatori dell'associazione M5s del 2017. Ci potrebbero essere anche modifiche al nome e al simbolo del partito. Con l'obiettivo finale di sciogliere il M5s al termine della legislatura. La suggestione circola. Così il vecchio Movimento, nel prossimo futuro, diventerebbe a tutti gli effetti il «partito di Conte».

Prima però c'è la fase della liquidazione. Nel M5s aspettano un segnale dall'ex premier. Contiani e non spiegano che l'avvocato si trova davanti a un bivio insidioso: «O fa il nostro leader o prova a fare il federatore dell'alleanza con Pd e Leu». Quest'ultima ipotesi sembra diventata più complicata, alla luce del caos nel Pd. Con le voci di manovre per sostituire il segretario Nicola Zingaretti e le critiche alla linea dello sherpa Goffredo Bettini, teorico dell'alleanza giallorossa organica. Zingaretti in Lazio ci prova ancora, aprendo almeno a un assessorato in Giunta regionale per il M5s. I dem sono spaccati. Tra gli stellati è partita la corsa degli ex ministri e sottosegretari per entrare nel direttorio. In pole Lucia Azzolina, Alfonso Bonafede e Stefano Buffagni. I grillini devono fare i conti anche con Davide Casaleggio. Conte vorrebbe liberarsi di ogni condizionamento da parte dell'Associazione Rousseau. Il guru punta a un accordo economico vantaggioso per diventare un fornitore di servizi. Intanto c'è chi sospetta che l'imprenditore possa togliere la tutela legale al capo politico nei procedimenti sui ricorsi degli espulsi che non hanno votato la fiducia a Draghi.

In attesa della liquidazione.

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