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Grosseto avrà la sua "via Almirante". La sconfitta fa insorgere sinistra e Anpi

Vana la raccolta di firme contro un progetto che punta al dialogo

Grosseto avrà la sua "via Almirante". La sconfitta fa insorgere sinistra e Anpi

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Questa volta non è bastata la levata di scudi della sinistra e nemmeno la raccolta firme promossa dall'ANPI, Grosseto avrà la sua via Giorgio Almirante. A dare il via libero definitivo dopo una polemica durata mesi è stata la prefettura che ieri ha concesso il nulla osta alla nuova denominazione.

Tutto nasce dall'idea dell'amministrazione comunale di centrodestra di promuovere una via della Pacificazione Nazionale da cui partiranno due strade: a destra Giorgio Almirante, a sinistra Enrico Berlinguer. L'intento è quello di «portare avanti un serio dialogo politico» dicendo stop «all'odio ideologico». Dopo il placet della Giunta comunale la scorsa primavera con la ratifica del verbale della commissione sulle nuove strade, si erano scatenate numerose proteste guidate dalla sinistra locale. Da qui la raccolta firme promossa dall'Anpi insieme a Pd, Pci, Rifondazione, Sinistra Italiana, Arci, Libera e Cgil con la consegna a giugno al prefetto di duemila firme contro la decisione di dedicare una via ad Almirante e l'organizzazione di presidi sotto il municipio promossi da una «grande alleanza democratica e antifascista». Le proteste avevano portato a una mozione di minoranza del centrosinistra poi bocciata lo scorso 31 luglio dal Consiglio comunale.

Il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna ha espresso soddisfazione per il via libera della prefettura «per il compimento di un progetto teso al superamento delle barriere ideologiche, senza se e senza ma. Forse è il caso di ricordare che l'argomento è stato dibattuto, discusso e votato da due distinti Consigli comunali, quello della mia prima consiliatura e quello attuale. La volontà popolare espressa attraverso il Consiglio, massimo organo istituzionale cittadino, non può essere subalterna alle contestazioni di una qualsiasi sparuta minoranza».

Di diverso avviso il Pd che ha parlato di una «scelta oltraggiosa e inaccettabile» per la città lamentandosi anche per la concessione della sala consiliare per la presentazione del libro del generale Roberto Vannacci. Ancor più duro il gruppo Grosseto Città aperta secondo cui intitolare una via ad Almirante è un «omaggio del comune a un fucilatore di partigiani» mentre l'Anpi ha annunciato di «valutare un ricorso al Tar» sostenendo si tratti di una «scelta sbagliata imposta dal Comune alla città».

Non è la prima volta che l'intitolazione di una via ad Almirante fa discutere, da anni se ne parla a Roma senza che si sia riusciti a realizzarla ma la proposta a Grosseto si inserisce in una visione più ampia per promuovere una pacificazione nazionale che ancora oggi sembra mancare. Se per intitolare una via ad Almirante la sinistra è sempre pronta a fare le barricate, nulla dice per le numerose via Stalin o Lenin presenti nelle città italiane come per i tributi a Mao Tse Tung o Che Guevara. Così, dedicare una via a un politico italiano che, fino a prova contraria, è stato membro del parlamento nell'Italia repubblicana per decenni diventa un terreno di scontro ma avere città le cui strade portano il nome di sanguinosi dittatori alla sinistra non interessa.

Altroché pacificazione nazionale, anche la toponomastica diventa un'occasione per fare politica e promuovere la propria ideologia.

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