Cronache

La guerra di Costa alle case irregolari (con il suo fedelissimo pro sanatoria)

Petrillo, braccio destro del ministro, è contro gli abbattimenti

La guerra di Costa alle case irregolari (con il suo fedelissimo pro sanatoria)

Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa, dopo la strage in Sicilia per il maltempo, dichiara guerra all'abusivismo edilizio. Ma arruola al ministero, come capo di gabinetto, il burocrate finito nel mirino del M5S perché in Campania voleva sanare 70 mila alloggi abusivi. Il fedelissimo del ministro è stato, nel recente passato, un accanito sostenitore dell'abuso necessità.

Una storia vecchia, che ritorna d'attualità alla luce dell'annuncio di Costa della nascita di un gruppo di lavoro misto, fatto da magistrati, forze dell'ordine e giuristi, per studiare e proporre al parlamento e al Governo «una norma che velocizzi gli abbattimenti» di costruzioni irregolari. E certamente il titolare dell'Ambiente, voluto dal capo politico dei Cinque Stelle Luigi Di Maio nell'esecutivo gialloverde, non vorrà inserire nel gruppo di lavoro il suo braccio destro Pier Luigi Petrillo. Altrimenti rischierebbe il linciaggio sia dei grillini che delle associazioni ambientaliste. Costa, appena sbarcato alla guida del ministero dell'Ambiente, ha voluto come capo di gabinetto Petrillo. Contratto d'oro: 226 mila euro l'anno di stipendio. Ma prima di approdare al fianco del ministro Costa, Petrillo occupava la poltrona di capo dell'ufficio legislativo della Regione Campania guidata da Vincenzo De Luca (Pd). È stato il motore della macchina legislativa della Regione. Dalla sedia di capo dell'ufficio legislativo della giunta Pd, Petrillo, che ha una cattedra in diritto pubblico all'università di Roma Unitelma Sapienza, ha curato la stesura della legge n. 19 del 22 giugno 2017 (Misure di semplificazione e linee guida di supporto ai Comuni in materia di governo del territorio), con cui si prevedeva che nel caso di immobile abusivo il comune potesse acquisirlo al patrimonio comunale e poi locarlo o addirittura venderlo, riservando una preferenza agli occupanti. Un colpo di mano per bloccare sentenze e procedura di abbattimento. Sdoganando un condono mascherato.

Proprio Petrillo, nel corso delle audizioni nelle commissioni competenti in Consiglio regionale, fu il bersaglio degli esponenti del M5S in Regione. Che gridarono all'ennesima legge contro l'ambiente. A evitare la maxi-sanatoria è stata la Corte Costituzionale, che a luglio di quest'anno con la sentenza n.140 del 2018 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale per contrasto con la normativa nazionale della legge campana. Per la Consulta la norma targata De Luca-Petrillo era in contrasto con le norme statali a tutela dell'ambiente. Fu il governo guidato da Paolo Gentiloni ad impugnare la legge campana. Ora Petrillo rischia di trovarsi dall'altra parte della barricata. Magari sarà chiamato a coordinare il pool che dovrà abbattere gli alloggi abusivi che solo un anno fa voleva sanare.

È solo l'ultimo paradosso dell'era grillina.

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