Politica

Ha un nome l'uomo ucciso a Parigi È tunisino, identificato dai parenti

Si chiamava Tarek Belgacem Un cugino lo riconosce in foto

Parigi L'uomo ucciso giovedì mentre si dirigeva, con un coltello in mano, verso il commissariato del 18° arrondissement parigino, è stato identificato grazie agli elementi forniti da vari congiunti, anche se non ancora con una certezza pari al 100 per cento: secondo fonti anonime vicine all'inchiesta, infatti, non era marocchino ma tunisino e si chiamava Tarek Belgacem anziché Ali Sallah. Si sono dunque dimostrati fondati i dubbi che qualche ora prima aveva espresso il procuratore capo di Parigi. Il magistrato aveva spiegato che «l'identità» attribuita inizialmente all'assalitore si basava in realtà su una scheda segnaletica relativa a un suo arresto per furto, risalente a due anni fa, ma che era «contraddetta da un foglio manoscritto» trovato sul cadavere. Stando alle fonti inquirenti, in effetti, oltre alla rivendicazione del fallito attentato in nome dello Stato Islamico, di cui era disegnata l'insegna, su carta erano riportate anche le generalità dell'uomo: «Sono Abu Jihad Tounsi, Tarek Belgacem (Tunisi)». Decisiva sarebbe risultata in particolare la testimonianza di un cugino, il quale ha dichiarato di aver «riconosciuto da una foto» l'aggressore dei poliziotti. Altri parenti ne avrebbero poi avallato la deposizione. «Esiste dunque una probabilità molto elevata», hanno aggiunto le fonti riservate, che si tratti proprio di Belgacem. Quanto alla dinamica dell'uccisione, Il procuratore ha invocato la legittima difesa per i due agenti che hanno sparato sei volte sull'uomo.Intanto, nel sud della Francia, un episodio di ostilità verso i musulmani rischia di riaccendere tensioni, tanto che il capo della polizia dipartimentale ha detto che «abbiamo a che fare con degli idioti». La testa e le zampe di un cinghiale sono state abbandonate davanti alla moschea di Perpignano.

Gli autori della provocazione hanno anche tracciato delle svastiche sui muri dell'edificio religioso, oltre alla scritta «Fuori!».

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