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Ha ristrutturato case e piscine. Ma Grillo lo vuole per il Ponte

Il "genio" promosso sul blog? Mai progettato viadotti. Crollo del Morandi: la Finanza al Politecnico di Milano

Ha ristrutturato case e piscine. Ma Grillo lo vuole per il Ponte

L'ampliamento di due cimiteri, a Pogliano Milanese e Gessate, diverse «ristrutturazioni appartamento», una palestra, un «centro natatorio polifunzionale» ma anche il recupero di un rustico e la realizzazione di un lavabo in lamiera. E, accanto, il progetto del «Nuovo ponte di Genova», alternativo a quello presentato da Renzo Piano e donato alla città dopo il crollo di ponte Morandi.

C'è questo nel portfolio-vetrina sul sito web della «F+G Associati», lo studio dell'architetto Stefano Giavazzi di Bergamo che ha firmato il progetto alternativo per la ricostruzione del viadotto in un video apparso sul blog di Beppe Grillo, in quella che il guru M5s ha salutato come un'ipotesi «a dir poco geniale». Per capire chi sono i progettisti «F+G» basta leggere il profilo dello studio e la descrizione della filosofia di progettazione intrisa di «inesorabilmente», citati ad intervalli regolari. Un occhio all'efficienza energetica e al «comportamento sostenibile legato inesorabilmente alla qualità della nostra vita» attraverso l'architettura considerata «fenomeno culturale legato inesorabilmente al corretto sviluppo costruttivo». Un tripudio che non si placa neanche nella definizione delle attività dello studio (legate «inesorabilmente alla ricerca e sperimentazione») e degli obiettivi: offrire «un approccio integrato ai problemi multidisciplinari legati inesorabilmente all'architettura». «Basta Formalismi di chiglie, vele, pennacchi, ingegneria auto celebrativa. Ora occorre progettare con lo sguardo rivolto al futuro», scrive Giavazzi stesso passando alla presentazione del nuovo viadotto avveniristico, a più livelli, niente abbattimenti, che insisterebbe sull'area del secondo torrente più grande della città. Il video su Youtube ha superato le 150mila visualizzazioni, il tutto mentre Genova aspetta riposte su modi e tempi di abbattimento e ricostruzione dopo il crollo del 14 agosto.

Intanto viaggiano verso Roma le richieste sul decreto Genova che oggi sarà limato con le ultime definizioni, prima del varo definitivo, nel vertice alla presidenza del Consiglio tra il premier Giuseppe Conte, il governatore ligure Giovanni Toti e il sindaco Marco Bucci. Sul tavolo le questioni legate ai poteri del Commissario alla ricostruzione, che per gli enti locali non dovranno assorbire quelli del Commissario dell'emergenza. Da affinare anche i contributi per i privati, gli indennizzi per gli sfollati, gli investimenti sul trasporto pubblico e le garanzie sulle infrastrutture, come la gronda.

«Alto, bello, biondo, occhi blu? Vediamo. Non abbiamo ancora l'identikit ma sarà colui che ci garantirà di realizzare il ponte quanto prima: ci interessa il risultato», ha precisato ieri il premier Conte parlando del commissario.

Sul passato, invece, sono puntati gli occhi di chi indaga per ricostruire le cause del disastro e individuare i responsabili. La Guardia di Finanza di Genova ieri mattina, con un blitz nelle sedi del Politecnico di Milano e del Cesi, ha sequestrato una serie di documentazioni informatiche e cartacee nel quadro dell'inchiesta sul crollo, tra cui scambi e corrispondenze via mail.

Non è esclusa al momento tra le cause che innescarono il cedimento l'ipotesi dell'eventuale aggravio di peso, su una struttura già messa a dura prova, portato dal transito di un super-autoarticolato di una ditta di Novi Ligure, precipitato dal viadotto e il cui autista è uscito miracolosamente illeso dal disastro. Il tir era in regola con il peso, trasportava un rotolo d'acciaio da 440 quintali, inferiori ai 462 previsti come tetto massimo.

Ma fu tra i più pesanti ad attraversare il viadotto nelle ore della tragedia.

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