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Ora Hillary è in crisi di credibilità

A due mesi dalle presidenziali più che per la salute rischia per le mezze verità

Ora Hillary è in crisi di credibilità

New York - La mancata trasparenza rischia di fare molto più male della polmonite: in America le bugie difficilmente vengono perdonate, e questa volta l'ennesima verità non detta potrebbe trascinare Hillary Clinton verso l'abisso. L'ex first lady e il suo staff, dopo il malore in mondovisione durante la cerimonia per l'anniversario dell'11 settembre a Ground Zero, hanno celato per ore la reale condizione della candidata democratica alla Casa Bianca. Hillary si è difesa spiegando di non aver parlato in pubblico della polmonite perché «non pensava fosse un grosso problema», e invece la sua malattia rischia di cambiare radicalmente la corsa verso l'election day dell'8 novembre. Prima di tutto perché al voto mancano meno di due mesi, la campagna elettorale è giunta al momento clou e ci sono tre confronti in diretta tv tra lei e il rivale Donald Trump dal 26 settembre al 19 ottobre: un'agenda intensissima che richiede una condizione fisica ottimale per reggere il ritmo.

Ma il problema non è soltanto medico. Aver tenuto nascosta la verita' rischia di affossare l'indice di gradimento dell'ex Segretario di stato, che già è considerata da un'ampia fetta dell'elettorato Usa una figura non sincera, visto che i precedenti non mancano, dai fatti di Bengasi all'emailgate. Anche l'ex consigliere del presidente Barack Obama, David Axelrod, ha criticato la Clinton per come ha gestito la situazione: «Gli antibiotici possono curare la polmonite - ha detto - ma qual è la cura per una malsana inclinazione alla privacy che crea spesso inutili problemi?». Gli analisti politici non sono ancora in grado di valutare quanto la vicenda potrà influire sul voto, ma sicuramente l'aver mentito (o il non aver detto la verità) sulla salute è un fatto grave, che avrà un impatto sul gradimento degli elettori. Jennifer Palmieri, capo della comunicazione della campagna dell'ex first lady, ha ammesso: «Domenica avremmo potuto fare meglio», sottolineando però come «il pubblico sappia più cose su Hillary che su qualsiasi altro candidato nella storia» La Clinton, invece, cerca di gettare acqua sul fuoco spiegando alla Cnn di aver «avuto un senso di vertigine e perso l'equilibrio per un minuto». «Ma ho subito superato il momento - ha aggiunto - appena mi sono seduta e ho bevuto un po' d'acqua, immediatamente ho cominciato a stare meglio». Infine, ha rassicurato i sostenitori su Facebook che sta migliorando ed è ansiosa di tornare al lavoro.

Anche il marito Bill, a Las Vegas per fare campagna al suo posto, è intervenuto spiegando in un'intervista alla Cbs di essere «quasi certo» che la moglie sia più sana del rivale Donald Trump. «Penso che il suo stile di vita, i valori della pressione sanguigna, la quantità di esercizio fisico e altri fattori indichino quasi certamente che è più in forma di Trump - ha ribadito - ma non possiamo saperlo, perché lui non ha rivelato alcuna informazione».

Il tycoon, da parte sua, si gode l'inaspettato assist, che deve gestire con furbizia, e sino ad ora ha scelto di parlare il meno possibile della salute della rivale, limitandosi ad augurarle pronta guarigione e dicendo che lui si sente «benissimo».

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