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Hotel e case sfitte: ecco chi rischia

Il governo può agire per "motivi di interesse generale". E l'ha già fatto

Hotel e case sfitte: ecco chi rischia

Roma - Il governo può requisire una proprietà privata? Il prefetto o il sindaco possono prendere possesso di un albergo senza il consenso del proprietario dietro indicazione del governo? La risposta è sì. È già accaduto in passato e potrà accadere ancora visto che la requisizione è un atto previsto anche dalla nostra Costituzione, che all'articolo 42 garantisce la proprietà privata ma ne ammette l'esproprio «nei casi previsti dalla legge, salvo indennizzo, per motivi di interesse generale». Certamente i sindaci pronti a salire sulle barricate per fermare l'arrivo dei profughi potranno negare che vi siano «motivi di interesse generale» nel sistemare un gruppo di migranti nel loro territorio ma il risultato sarà soltanto quello di caricare un altro Comune del problema che evidentemente il governo non è in grado di risolvere a monte. La storia si ripete da anni. Soltanto alcuni Comuni, 2.600 su 8.000, aderiscono ai piani di accoglienza dei profughi. I bandi del governo promossi dal Sistema per la Protezione dei Richiedenti asilo, Sprar, che permettono di accedere al Fondo Nazionale per le politiche ed i servizi dell'asilo, Fnpsa, (un finanziamento complessivo di circa 190 milioni annui negli ultimi due) spesso vanno deserti. Basti pensare che sui circa 170.000 migranti giunti in Italia quest'anno sono circa 20.000 i posti offerti dallo Sprar, e dovrebbero salire a circa 25.000 entro la fine dell'anno. Nel 2015 quelli accolti dallo Sprar sono stati 29.000. Comunque una goccia nel mare. Sul nostro territorio la realtà è che soltanto un Comune su 4 si è visto attribuire profughi dal Viminale. Dato che nel corso degli anni il problema si è ingigantito senza trovare soluzione permanenti con la creazione di centri ad hoc il risultato di fronte all'emergenza è stato quello di accogliere i richiedenti asilo ed i rifugiati un po' a casaccio: hotel, B&B, caserme dismesse. Nel luglio scorso i migranti sistemati in questo modo erano oltre 10.000 in 266 strutture. In caso di adesione volontaria la sistemazione prevede l'erogazione di 35 euro per il mantenimento di ogni singolo immigrato al quale vengono dati 2,50 euro al giorno. Chi si vedesse requisito il proprio immobile avrebbe diritto ad un indennizzo da quantificare. In più occasioni è stata ipotizzata la requisizione non soltanto di alberghi ma anche di seconde case sfitte, garantendo ovviamente un rimborso. Il governo non ha escluso l'extrema ratio della requisizione delle case sfitte prevedendo di rimborsare i proprietari grazie allo stanziamento della Ue che prevede 10.000 euro per migrante ricollocato. Se l'indennizzo offerto dallo Stato possa essere considerato soddisfacente è questione aperta.

Risarcimento o no nella maggioranza dei Comuni i cittadini non vogliono vedere le loro proprietà requisite. Come è accaduto nello scorso ottobre a Gorino quando la protesta dei cittadini ha di fatto bloccato l'arrivo di una ventina di profughi ai quali era stato destinato un ostello. I cittadini hanno fatto muro e alla fine il prefetto ha ceduto. Ma quei migranti sempre in Italia sono restati visto che il resto d'Europa ha voltato le spalle alle richieste del nostro governo sul ricollocamento.

Forse i cittadini si chiedono perché devono accogliere profughi ai quali istituzioni e governi europei hanno sbattuto la porta in faccia.

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